sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale!

Buon Natale, amici!
Che il Sol Invictus ci ispiri l'Arte del rinascere, del Vivere, dello Splendere e del Cuore.
Come disse Re Artù:
"Che Dio ci conceda la capacità di riconoscere il Giusto,
la Volontà di sceglierlo,
e la Forza di conservarlo. Amen!"

venerdì 10 dicembre 2010

Smargiassate - un po' leoni e un po' galli, semplicemente uomini

Ogni uomo ha diritto alle sue smargiassate. Nell'epoca odierna, nel mainstream, ossia nell'opinione di massa corrente, per una serie di ragioni, sembrano suonare bene solo i diritti femminili: la Solidarietà, l'Empatia, il "comporre i contrasti", come diceva un magnifico Guzzanti che imitava il politico di Sinistra. Alle Elementari, le maestre esortano il bambino a empatizzare, a non litigare, a non essere sbruffone, a chiedere scusa, e le maggiori minacce sono ritenute il razzismo, gli insulti, le parolacce o le rissette fra infanti. Quando poi, in realtà, è difficilissimo che dietro agli insulti fra bambini ci sia del vero e ragionato razzismo, ad esempio: si fanno casi sociali di cose banalissime. Come dice una battuta del film Il Bianco e il Nero, con Fabio Volo: il ragazzo che ha fatto a botte col compagno nero, e quindi accusato di razzismo, si giustifica candidamente dicendo che era indifferente per lui che fosse nero: "se fosse stato roscio, avrei detto 'roscio di merda'!". Cioè, non è che per forza dietro certi atteggiamenti maschili classici ci debba essere chissà quale sintomo sociale, o bisogni fare chissà quali esami di coscienza collettivi, o di genere. E' così che siamo, perlomeno è una delle qualità maschili: siamo sbruffoni, chi più chi meno, ognuno a modo suo.
Come ho scritto anche nel post "Cedete lo passo": un punto fondamentale della psicologia maschile è questa cosa che può essere chiamata in vari modi, in una gamma che va da Onore a Orgoglio a Fanfaronaggine, ma il succo è: il Maschile necessita di preminenza, di competizione a buon fine, e soprattutto di soddisfazioni simboliche. Significa che, mentre il Femminile cerca la sua soddisfazione, la sua vittoria nelle soddisfazioni affettive/venusiane (della serie "Sarò anche meno giovane di te ma ancora mi guardano"), lo Yang, il Mascolino, cerca una soddisfazione che significhi Gloria, Vittoria, Rispetto. Basta osservare come, in Natura, le lotte fra maschi siano altamente ritualizzate: Edward Goldsmith (il padre del pensiero Ecologista) scrive di come in uno scontro fra due tori, di cui uno con un corno vistosamente spezzato, veniva rispettata stranamente una sorta di "simulazione teorica" di incornate, quasi fosse più importante l'esibizione scenica che non la mera efficacia delle armi. E direi: alla faccia del Darwinismo più ostinato! Anche fra lupi, è difficile che si ammazzino fra maschi: mentre le femmine aggrediscono per difesa o per fame (e allora vanno alla gola, e uccidono), due lupi tendono a stabilire una resa, ossia chi getta la spugna lo dichiara, punto. E va bene così. Perfino certe divinità maschili, nella Mitologia, si adirano e cercano prove di devozione che alla fine sono soddisfatte con gesti simbolici, da parte dell'Uomo, lasciando emergere l'indole bonaria del Dio che dice "Ok, mi adorate. E allora faccio rispuntare il Sole e l'Arcobaleno.". Insomma, tornando all'umano di tutti i giorni: siamo sbruffoni, che sia fra Samurai o fra borgatari. Questa tendenza non va soppressa, soprattutto nel bambino, che è istintivamente vicino alla natura mitica della Psiche, dell'Io, del Sé! Il bambino gioca agli eroi, non c'è niente da correggergli. Semmai, c'è da insegnarli a farne Onore e non vuoti atteggiamenti gradassi, o peggio prepotenza crudele. Ma ce n'è di strada fra queste cose, checché temano educatrici e maschipentiti: ad esempio, il problema del 'bullismo' sarebbe maggiormente risolto se i ragazzi avessero dei riferimenti virili nella loro educazione: vale a dire, NON qualcuno che dica al ragazzo
"Non devi fare così, perché la Violenza non è mai giusta" (che è una presa di posizione chemioterapica: devitalizzi tutto, per distruggere una parte maligna),
ma bensì, meglio:
"Non è questo il modo di essere Uomo. Te ne mostro uno con più coglioni.".
Non 'meno aggressività', ma 'migliore forza'. Caro ragazzo, il gallo del pollaio fallo con chi va a rompere le scatole alla tua ragazza, ma certo se te la prendi col debole, o col timido, che dimostri? Qual è la soddisfazione simbolica? Sii davvero cazzuto. Non per finta.
La stessa parola "Bullismo" è inappropriata:
il BULLO ROMANO è in origine una figura popolare, letteraria, teatrale, tipica del folklore romanesco (a Napoli c'è il Guappo): è il giovanotto fiero, un po' spaccone o fanfarone, ma di buon cuore, che è di osteria, di donne e di duello, ma pone il marchio del Rispetto, dell'Onore e della parola data sopra ogni azione e ogni patto. E' una figura positiva! Non è un criminale. E' Meo Patacca, è Er Più De Trastevere, e così via. Addirittura, il termine Bullo comparve per la prima volta nel 1583 nel libretto di una commedia veneziana che descriveva le avventure iperboliche di Sier Ragno Bule (Ser Ragno il Bullo), raffigurato nell'allegoria popolare con molte braccia armate e descritto come battagliero, fanfarone, tempestoso e donnaiolo. Il Bullo mitologico, dipinto come le divinità indiane dalle molte braccia! Una figura mitica, dunque. Quindi, per favore: dignità alle parole. Una cosa è Meo Patacca, una cosa diversa è il criminale! Il bullo difende i deboli, e un vero bullo all'antica, di fronte al sopruso e alla vigliaccata, sfida a duello il malvagio.
E questo riguarda molti ambiti, anche l'educazione sentimentale: un uomo viene accusato di ogni sorta di colpa in amore (dobbiamo farci l'abitudine), ti diranno che:
se sei geloso sei insicuro,
se sei troppo geloso fai venir voglia di farti le corna,
e se non sei geloso pure fai venir voglia di farti le corna per vedere come reagisci,
e se sei uno spirito libero sei immaturo,
e se sei troppo attaccato sei immaturo,
e se hai fatto a cazzotti sei uno che ha bisogno della violenza per farsi capire,
e se sgommi con la macchina hai un complesso fallico,
e se ... Insomma, parecchie azioni maschili sono considerate inappropriate, da rieducare: come al solito, inutile perdersi dietro i cavilli femminili: bisogna conoscere se stessi.
Da quando è nata anche la categoria criminologica dello stalking, inoltre, ancora altri atteggiamenti normali vi vengono buttati dentro al minimo cenno di possessività, o rabbia, o riconquista. Per Fortuna, esistono giudici e giudici, e spero che la maggior parte sappia distinguere fra uno psicopatico persecutore e omicida (che deve sparire di scena ovviamente) e un uomo che cerca la propria amata o che va a litigare col rivale senza ucciderlo.
NOTA BENE: Paradossalmente, comunque, sono proprio le stesse leggi che tanto criminalizzano il Maschile, a lasciar poi liberi gli psicopatici omicidi, per cui da un lato vogliono rompere le palle ai gelosi sani, e dall'altro premiano i gelosi insani: le leggi ambigue della modernità se la prendono ferocemente col cornuto che va a fare la smargiassata sotto casa del rivale, però quello che ha pugnalato la fidanzata si fa solo poco carcere coccolato da preti e psicologi, e poi torna a uccidere. Idem dicasi per altri reati: nella cultura buonista magari al ragazzo che va a prendere a pugni la porta della fidanzata che lo ha mollato scatta l'accusa di stalking, ma lo stupratore più abietto forse viene difeso solo perché clandestino, o perchè "non siamo in uno Stato fascista", o perché i Carabinieri esasperati lo hanno gonfiato di botte in caserma. Allora molto meglio la cultura antica: il duello d'Onore è un diritto, dice l'antico, ma se te la prendi con la donna hai biasimo, galera e forca, e se la violenti sei reputato infame e punito. Ideale per difendere l'Onore, e ideale per difendere le donne!
Ma andiamo avanti: dicevo insomma: lasciateci le nostre smargiassate. Sono nel nostro DNA. Siamo un po' leoni, un po' galletti, un po' sgommatori di ruote, un po' filosofi. Ed è una bella cosa!

sabato 20 novembre 2010

"Ora, vi ho offesa!" - servire la Donna senza darle mai retta

Oggi, sotto l'Angelo degli Sposi Mihael, e ovviamente con l'ispirazione del mio Angelo dei Paladini, come sempre, colgo l'occasione di parlare di un aspetto del rapporto Uomo-Donna. Nel film Il Primo Cavaliere, Lancillotto di fronte al permaloso contegno di Ginevra appena conosciuta, sentendosi accusare di averla offesa (per via di un complimento impudente), le ruba un bacio e commenta: “Ora, vi ho offesa.”. Ѐ così, amici: il Cavaliere deve confrontarsi con quest’arte, l’arte di essere ispirato dalla donna, votato all’Amore, servitore a suo modo della donna, ma ben centrato sulla propria posizione maschile – in modo da servire la donna “senza darle retta”. Ѐ un punto chiave dell’iniziazione virile: gli amici maschi mi capiranno se accenno alle prime timidezze con le donne! Quando sei ai primi anni del Liceo, o delle Medie, qualche tiro maldestro con le ragazze capita, non solo a chi è timido, ma in generale, fa parte dell’imparare di tutti:
- o fai troppo il galletto,
- o sei timido,
- o rinunci a corteggiare la più bella della classe pensando “non verrà mai con uno come me”, salvo poi vederla uscire per mano con un perfetto brutto, magari solo perché glielo ha chiesto!
- o ti fai scrupoli inutili;
- o pensi di essere stato stronzo per aver fatto soffrire una ragazza, e poi scopri che in realtà lei se la cava benissimo e diventa perfino amica della sua rivale;
insomma, tiri maldestri che ti insegnano qualcosa. E magari ricapiteranno anche in età diversa. Ma il più maldestro e frustrato di tutti è l’uomo che ‘dà retta’ a ciò che dice la donna, che prende a riferimento le sue parole, che prende alla lettera ogni cosa che lei dice. Può essere l’uomo che ci casca perché è intellettuale e ci tiene a non comportarsi da bruto, o uno che ha troppe amiche donne e rischia di sentire poco la “campana maschile”, o può essere uno che semplicemente si fida, prende alla lettera ciò che la donna dice. Quello è il più bisognoso di iniziazione. Può essere un soggetto, ma anche un piccolo archetipo, una parte di ogni uomo, che almeno una volta nella vita, capita a tutti di essere sfigati!
- Ѐ quello che a 16 anni credeva all’amichetta che parlava male del fighetto del gruppo (il poveretto le credeva, in realtà lei disprezzava per comprare);
- è quello che se lei dice “esco da una brutta storia, non voglio uomini” ci crede e non la corteggia;
- è quello che se lei dice “amo il tale”, si rassegna pensando “lei ama il tale”.
- Ѐ quello che si tiene le corna perché lei gli ha detto “l’amore è fiducia e io ho i miei spazi”.
Il malcapitato è frustrato due volte: una perché gli è andata male, e due perché oltretutto ha investito su una versione di se stesso che non lo ripaga: ha anche finto, per ottenere la sfiga!
Quest’uomo, quando capirà come funziona il gioco, o almeno ne afferrerà qualcosa, sentirà un grande senso di liberazione: inizierà a regolarsi sulla base dell’unica cosa che un uomo può garantire: il proprio desiderio di maschio, il punto di vista del maschio. Del punto di vista della donna, amico, impara a fregartene: sappilo, informati, rispettalo, ma che non sia il tuo. Lei fa la donna, lei se lo gestisce il suo ruolo, è nata per quello; tu fai quello che ti compete: mettici la tua testa, il tuo cuore, le tue palle. E vedrai come migliora la Vita! Non uscirai più, come facevi prima, portando per forza la donna artistica per musei fingendoti intellettuale, non asseconderai la femminista, non sarai l’ennesimo complimentoso con la bellissima (a meno che tu non lo voglia, s’intende); non penserai più che provarci significa mancarle di rispetto, e se non ci proverai sarà per altri motivi, un giuramento, un principio, ma non perché sia irrispettoso! Se lei si lamenterà che gli uomini sono rozzi, non ostenterai per forza quanto sei sensibile, perché saprai che distinguersi non significa essere “diverso dal maschio” ma anzi, ti distingui proprio se sai essere uomo! Col tuo stile, a modo tuo. Distinguiti con la tua mascolinità, non a dispetto di essa! Il Pierrot e il Cavaliere si distinguono entrambi: solo che il Pierrot si distingue DAGLI uomini; mentre il Cavaliere si distingue FRA gli uomini! E ovviamente, si distingue nettamente dal Femminile, altrimenti non potrebbe amare la donna. Magari, chissà, lei proprio conoscendo te, e vedendo che maschio non significa deficiente, ma tutta una serie di belle cose, si farà un’idea migliore. Se poi la principessa se la tira, pazienza. Byron disse che il suo segreto con le donne era “trattare le duchesse come serve, e le serve come duchesse” – è una provocazione, ma evidentemente viene da un uomo che sapeva il suo gioco. Di fronte alla frase “non so se uscire rovinerebbe la nostra amicizia”, o roba del genere, saprai cosa rispondere: tanto tu, lo so bene, per amicizia intendi l’amico con cui hai mangiato e bevuto e condiviso avventure, batoste, rialzate e risate, non lei che conosci da un mese e che si definisce amica perché ti ha aggiunto su Facebook, e fa storie per questo! Ma quale amicizia? Non farti rincoglionire, escici e baciala! Non sarai il consolatore leccaculo che le dà sempre ragione e che non fa che dirle "Sei meravigliosa, gli altri non ti capiscono, io sono quello che ragiona come te". Di fronte a “non sto più con lui ma lo amo ancora e quindi non me la sento di avere una storia” (fidati: iniziano a dirlo a 13 anni e a 50 ancora lo dicono), tu, finalmente risvegliato, potrai dire “Io a lui non lo conosco. Di sicuro parlo per me, e ti desidero, mi piaci, ho voglia di farti la corte”. Quando una donna dice "non voglio una storia", mente: ogni donna vuole l'Amore, vale sempre la pena di corteggiarla se ti piace! Gioca onestamente! Il resto è Destino, tu intanto fa’ la tua figura. Tutte le donne escono da una brutta storia. Tutte le donne hanno amato chi non dovevano. Tutte le donne ogni tanto stanno in crisi. Tutte le donne dicono di cercare il Principe Azzurro, o il Pirata, o l’Amico, o il Sensibile, o il Bello o il Brutto, ma quello è il carnevale delle loro fantasie, tu vesti il tuo. Tutte le donne dicono e non dicono. Ma anche, e soprattutto, tutte le donne vogliono un uomo che riveli carattere: su questo, sono tutte d’accordo. E fra tutte queste cose, questa è la più vera. E allora, sì che potrai servire la tua donna: perché il tuo “servirla” sarà la gentilezza del grande felino, e non la soggezione del timido.
Noi siamo qui, nell’arena del Torneo. Le donne sono sugli spalti. Il miglior modo di servirle è conquistarle, ogni Cavaliere lo sa.

venerdì 29 ottobre 2010

Deo Duce, Ferro Comite: il Senso del Ferro, e l'Oro regale.

Un motto di non so quale armigero stemma dice: “Deo Duce, Ferro Comite”: Dio come Guida, il Ferro come compagno. Sappiamo bene che il Ferro, le armi, il sapore del cuoio e del metallo, del Bosco, della pietra del castello, fan parte del sapore della vita del Cavaliere. E per una legge di rispondenze universali, tutto ciò che è ferreo è in qualche modo legato a Marte e allo Yang. Basti pensare che il Ferro conferisce il colore rosso al Sangue, come rosso è Marte, come rossa è la mia stella Antares, appunto “Simile a Marte”, “Pari a Marte”. Il simbolo del Ferro nell’Alchimia è proprio il glifo di Marte. Tant’è che il Ferro, inoltre, è proprio simile alla natura dell’uomo, della mascolinità: infatti, quando mi imbatto nei soliti luoghi comuni sulla forza delle donne, le solite polemiche trite e ritrite in cui qualcuno sostiene che la donna è il vero sesso forte, amo enunciare il principio per cui:
L’Uomo è come il Ferro, la Donna è come il Vetro: il vetro regge sforzi prolungati, ma un colpo deciso lo frantuma; se ferisce, facile che si spezzi nel farlo (le donne quando si arrabbiano si arrabbiano anche perché costrette ad arrabbiarsi). Il Ferro invece è duro, squarcia e protegge, ma lo logorano cose apparentemente stupide come l’umidità, o gli sforzi prolungati. Per questo motivo, dico io, le donne partoriscono e noi uomini temiamo le convalescenze ma pure facciamo gli eroi e gli smargiassi: è la nostra “metallurgia psichica”. Noi siamo eroi di sfida, le donne sono eroine di resistenza.
E anche per queste affinità cosmiche, ci piacciono tutte le cose genericamente ferrose: le armi, le automobili, la meccanica, le corazze, la forgia…. Ma è anche dono del Cielo: il ferro meteorico è l'arma che gli Dei donano all'Uomo: la radice sider designa sia le Stelle (siderale) che il Ferro (siderurgico). In "Conan" l'Acciaio è proprio il dono di Crom, che gli Dei hanno lasciato sulla Terra. Altra nota importante è che l'Acciaio è Ferro e Carbonio insieme: come dire Ferro e Diamante: troppo carbonio lo rende fragile ghisa, ma la giusta quantità lo rende acciaio, lucente ed elastico, proprio come la nobiltà d'animo e l'Onore, se non è fragile superbia, rendono l'eroe splendido: "lucente" ed elastico oltre che forte. Diventa quindi amico del Ferro, entra nella "Fratellanza del Ferro", e Marte, che è la Spada ma anche l'Aratro che mette incinta la Terra, Padre Guerriero ma anche Fallo Generatore di Vita, ti farà scuola.

Ma altro metallo regale e solare è l'Oro: il simbolo del Sole (il punto cerchiato) e quello di Marte (il cerchio con la freccia) sono perfettamente sovrapponibili e integrabili. In un mito moderno, Iron Man (che è la versione tecnologica di un paladino in armatura, interpretato da un attore nato sotto l'Angelo dei Soldati e del Ferro) si attesta che l'armatura di Iron Man è di Titanio e Oro. Cosa sono Titanio e Oro? Sono due metalli curiosi, studiamoli:

° il Ferro citato nel nome "IronMan" è il metallo di Marte e il Dono Celeste, abbiamo visto;

° il Titanio è un metallo durissimo, leggero, elastico e resiliente, ossia puoi piegarlo quanto vuoi, se ci riesci, ma lasciato torna sempre come prima;

° l'Oro è il metallo solare e regale (in Mesopotamia il valore economico dell'Oro e dell'Argento era commisurato alla proporzione fra anno Solare e Mese Lunare, ossia 365:28). Resiste agli acidi, è bello e duttile: quindi non è duro, è facilmente fondibile, ma è invulnerabile all'acido. Se spargessi acido su un tesoro mezzo vero e mezzo fasullo, resterebbe solo il vero oro! E' come il cuore nobile, amante e alieno alla cattiveria di un vero Re.

Quindi, prendiamo bene questi esempi: coltiviamo in noi l'Oro, il Ferro, il Titanio, l'Acciaio: facciamoci insegnare dalla Natura a essere Uomini.

La Scherma delle Parole e l'importanza della Strategia

Tutte le cose eterne e ancestrali sono applicabili a ogni ambito dell’Esistenza: come il DNA è lo stesso in tutte le cellule del nostro Corpo, così certi valori, simboli e suggestioni sono ubiquitari e universali. Ad esempio, l’Arte della Guerra.
Qualcuno saprà che il Libro dei Cinque Anelli (Go Rin No Sho) di Miyamoto Musashi viene studiato anche dai manager giapponesi, e anche da studenti e da chiunque voglia apprendere i principi strategici. Idem dicasi per altri trattati, come certi ottimi libri di Strategia più o meno antichi: da L’Arte della Guerra di Sun Tzu, ai 36 Stratagemmi sempre cinesi, ad alcune suggestioni di Fiore De’Liberi nel suo trattato Flos Duellatorum, al mitico Manuale del Guerriero della Luce di Paulo Coelho. E poi c’è Schopenhauer: nel suo L’Arte di Ottenere Ragione, non menziona spade o tecniche belliche, ma parla di Dialettica.
L’Arte della Spada ha molto in comune con la Dialettica: infatti ogni colpo ha una contromossa, ogni colpo teoricamente puoi portare, o parare: tutt’è eludere la lama dell’altro uomo, e colpirlo con la tua! E ricordare che a volte una spada può perfino ferire chi la impugna! E non limitare la tua mente in percorsi inutili, ma renderla il più possibile elastica, scattante e paradossalmente semplice. Che tu abbia ragione o torto davanti alla Verità, è materia di Dio e della Sorte: puoi essere uno spadaccino o un avvocato del Bene o del Male, ma che tu stia sostenendo la Verità o che tu la stia truccando, bisogna vedere quanto sei abile nella Scherma delle Parole.
Restare centrato sulla tua Verità, circoscrivere ciò che dici, dire quel che dici e non altro, non farti spostare la spada, o fartela spostare a tuo vantaggio, non dar troppo retta alla spada dell’altro, ma considerarla quel tanto che basta per evitarla - tutto ciò te lo può insegnare la Via della Spada. Che tipo è il tuo interlocutore? Ѐ uno che ha l’ultima parola perché alza la voce, o è uno molto espressivo, o confida molto in una sua logica specifica? Ѐ ideologico e ispirato, o è uno scettico che adotta la via del negare tutti i concetti? Conviene farlo parlare e portare all’estremo i suoi argomenti, o bloccarlo sulla partenza? Ha solo un argomento forte, o ha più corde al suo arco? Il terreno di scontro: su che terreno siamo, dove vuole portarci l’avversario e su quale conviene a noi batterci? Insomma, tutto ciò è Strategia. E vale per ogni situazione. Coelho dice, citando Sun Tzu: 5 cose sono fondamentali per un Guerriero: la Fede, il Tempo, lo Spazio, l'Amico e la Strategia. Se credi in ciò per cui combatti, se sai scegliere tempo e luogo (o ne conosci le qualità), se sai con chi sei alleato e conosci le tue strategie, l'Abilità è di certo con te.

martedì 28 settembre 2010

Corso di Spada a Roma: meditazione e fitness attraverso l'uso della Spada

Qui sul mio blog Antico Codice sono lieto di annunciare, insieme all'Associazione Circolando, l'avvio di un mio corso di Fitness e Meditazione con Spada a Roma, Centocelle. Il corso include forme di Spada, meditazioni, movimenti energetici e fitness, e non è un allenamento di tipo agonistico. Si svolgerà in palestra, con frequenti incontri anche all'aria aperta, ad esempio al parco.

La pratica comprende:
FITNESS completo: l'allenamento con la Spada allena tutto il Corpo, ottimizza le funzioni psicofisiche e fa bene al sistema che controlla lo Stress e il Rilassamento.

MEDITAZIONE: ogni movimento della Spada agisce sui Chakra, e le varie guardie, atteggiamenti combattivi e forme agiscono con uno o più di questi Centri Energetici, ottimizzando le facoltà fisiche, mentali e spirituali di loro pertinenza.

DANZA fra partner armati di Spada, nella visione antica del rapporto Uomo-Donna.

Chiunque sia interessato può rivolgersi alla mia e-mail, e riceverà delucidazioni e i volantini:
ScorpionKing1@hotmail.it





mercoledì 22 settembre 2010

Leggenda Personale - qualche precisazione sul concetto di Destino



Un detto Latino recita: Sequere Deum, Fata viam inveniunt”: segui il tuo Dio, il Destino troverà la sua Strada. Lo disse Virgilio, e lo citò Casanova nelle sue memorie. E siccome sono in vena di citazioni classiche, diremo anche quel che dicevano i Greci: “Il Carattere è il Destino”. Esiste un Fato, e non è una cosa separata dalla nostra Anima, dal nostro Cuore, dalla nostra Identità: è tutt’uno con noi, così come in un certo senso, quando il Destino si rivela, noi ‘siamo’ ciò che ci accade. Il Destino ci parla attraverso le ispirazioni, i sogni, l’Entusiasmo: non a caso entusiasmo vuol dire “avere un Dio dentro”. Chiunque parli di Destino, si sente spesso dire: “Non è il Destino, sono io che agisco”. Ѐ vero. Chi vede separate le due cose non ha compreso bene la visione degli Antichi: è come chi critica l’Astrologia ricorrendo a qualche banale nozione di Astronomia e Fisica, senza capire che si parla di una cosa diversa. Per gli Antichi, il Destino è la Storia della tua Vita, è il filo conduttore della tua esistenza, e viene raccontato, viene testimoniato da una serie di segni: nelle Stelle, nelle linee delle mani, nei tratti del Corpo, nello sguardo, ovunque il Fato scriva il suo testo, i suoi spartiti, le sue mappe. Discutere di cosa sia condizionamento sociale e di cosa sia carattere, o di cosa sia decisione o Destino, significa non concepire la mentalità dell’uomo antico, per cui Azione e Destino sono tutt’uno, e la Vita è, come dice Paulo Coelho, una strada che “Dio costruisce insieme ai nostri passi”. Tu baci la persona che ami, e lo fai perché la ami, e in un certo senso è pure vero che la ami ‘perché hai i muscoli facciali’…. ma le due cose forse si contraddicono? No. Sono due modi di vedere la cosa, perfettamente indisturbati l’uno dall’altro. Uno è il Perché, uno è il Come. Ad esempio, un Destino di conflitto può manifestarsi tramite le premesse di una Vita piena di sfide: non si può discutere in maniera cavillosa di come si manifesta un Destino. Se io romanziere faccio nascere un personaggio dal carattere burrascoso in una Notte tempestosa, non è un'influenzare, è una sincronia, è un segno divino: è volontà dell'Autore, ed è un segno del carattere del Personaggio. Insieme. Ma la Psicologia sta andando oltre i cavilli e sta apprezzando l'innatismo: sta cominciando a ritrovare dei concetti antichi, e sacrosanti, e sani, molto belli: fra questi, un concetto bellissimo che da tempo suonava male alle orecchie degli scientisti: la parola INDOLE. Esiste un carattere, un temperamento, una natura fondamentale negli individui. L’idea innatista si è fatta strada in maniera un po’ darwiniana parlando di ormoni, di configurazione del cervello, di tratti innati, e questa è la parte tecnica, sai quando gli scienziati ogni tanto dicono “trovata l’area cerebrale della generosità”, o “trovato il gene dell’Intelligenza”. Forse è un tantino riduzionista, rischia di confondere causa ed effetto, ma indica come siano intrinseche alcune qualità. Che poi siano gli ormoni, gli Dei o le due cose unite insieme (come dico io), poco cambia. Alla mia tutor durante la stesura della tesi, feci storcere il naso: lei mi domandò:
“Lei parla di cose biologiche, quindi il suo punto di vista è darwinista, non può parlare di Mitologia, anche perché la commissione si arrabbia. Quindi parliamo di ormoni e aree cerebrali?”
“Ma sì,” - dissi io – “io credo nell’azione degli ormoni.” (espressione rilassata della tutor) “Ma infatti gli ormoni sono veicolo degli Dei!” (occhi sgranati).
“Questo” - disse lei – “è meglio se lo omettiamo, in sede di laurea…”
E lo penso davvero, che siano ormoni o Dei, è lo stesso. L’Astrologia è chiara, su questo: la Luna è anche Seno, Latte, Acqua; Marte è anche Sangue, Ferro, Testosterone; e così via: Mitologia e Scienza sono tutt’uno, io posso studiare il corpo di una persona vedendo il suo Quadro Astrale, perché non c’è divisione in questo.
Ma anche parlando direttamente di Carattere:
anche correnti meno scientiste iniziano a ribadire il concetto di indole: psicologi modernissimi, come Hillman con la sua teoria della Ghianda, ma anche Watzlavich e Nardone: loro in certi passaggi rifiutano troppe dietrologie, e sostengono che il CARATTERE prevalga sugli eventi, su cosa ti succede, e che a determinare Chi Sei sia semplicemente Chi Sei, ed è quello che dà un senso agli eventi, che da soli non potrebbero tirarti fuori qualcosa che non sei. La coerenza interna di un carattere è predominante in confronto alla miriade di interpretazioni della Realtà: sei fatto in un certo modo, San Paolo era fanatico prima dell’Illuminazione, e fervido dopo: il suo carattere è fatto così. Tu sei la tua Vita, assapora il tuo Destino, e perfeziona il tuo modo di viverlo. Hai una Leggenda, hai un Destino eroico, vivilo.
E poi, e poi, vedrai: sequere Deum, Fata viam inveniunt: il tuo Destino ti cerca, tu lo crei e lui si fa creare da te, crea insieme a te, si fa trovare, ti viene a chiamare…. certe cose ti vengono a cercare, gli amori, le cose vere, le passioni vere. Come in Sliding Doors, come in The One , come in Prince of Persia, come in Vi presento Joe Black , un amore può trovarti qualunque strada tu prenda. Come in Star Wars, la tua indole e il tuo Destino si riveleranno sempre tutt’uno.
Allora, non ha senso interrogarsi se sia la Società, il DNA o l’Inconscio a fare di noi ciò che siamo: gli Antichi si facevano bastare l’idea che esiste un Destino, e che la nostra Leggenda possiamo viverla orientandoci col nostro Cuore, e che, come disse qualcuno, “Caso è lo pseudonimo del Fato quando preferisce non firmare”.

domenica 8 agosto 2010

La differenza fra Selvatico e Ambientalista

Esiste una certa differenza fra ambientalisti e selvatici. Un ambientalista è un uomo tutto sommato moderno, scientifico, tecnico se vogliamo, e che ha a cuore le sorti dell'Ecosistema. Difende gli animali e le piante, ma non è necessariamente un Selvatico. L'Uomo del Selvatico è diverso: non concepisce tanto la Natura come ecosistema, o meglio non solo: la Natura è la Forza, è il teatro delle dinamiche degli Dei, non solo l'equilibrio di tutti gli organismi viventi in senso meramente biochimico o etologico. La visione del Selvatico include, ovviamente, la Biologia: certo, un cervo è un cervo, una formica è una formica ed è tutto vero quello che scopre la Scienza: il plancton nutre le balene, i coralli sono fatti in un certo modo, i ragni predigeriscono le prede, i funghi mantengono il nutrimento del terreno del bosco ben bilanciato e distribuito, i saprofagi smaltiscono le carcasse e così via. Ma l'ambientalista ritiene che il Pianeta sia in pericolo, e che sia necessario non interferire con l'Ambiente. Spesso è 'verde' anche nelle abitudini, non inquina, predica la rivoluzione della Canapa, e spesso è anche vegetariano. Il Selvatico è diverso, anche se le due cose non si escludono per forza: il Selvatico non reputa il Pianeta così in pericolo, sa bene che, come dice Ian Malcolm in Il Mondo Perduto di Michael Crichton, la Vita se la cava benissimo da sé, e come le piante si sono adattate all'Ossigeno (che era un gas mortifero per le prime forme di Vita che andavano ad Azoto), chissà, forse domani avremo piante che vanno a Smog. Non è quindi il punto che la Terra sopravviva o no: la Terra potrebbe spazzarci via con la lava, con le tempeste e con le alluvioni, e coi terremoti, e reinventarsi la Vita da un asteroide, dal Mare o dalla Nafta, nessuno sa fin dove può spingersi l'ingegno divino! Però, certo, potrebbe riguardarci il fatto che la nostra sussistenza invece è collegata a tutte le altre creature che vivono in questo ambiente: la Terra se la cava comunque, e finirà nel Sole prima o poi (con tutto ciò che avremo fatto o non fatto) per rinascere in chissà quale forma e in quali fantasie creative divine, ma il nostro Ossigeno sì, quello è una questione vicina a noi! Per cui è buona cosa aver cura dell'Ambiente, che sia per motivi etologici o per ragioni più romantiche come la buona convivenza con i fratelli Animali. Fate un po' voi, se siete più scienziati fate gli ambientalisti, se siete più romantici fate i Pellerossa: come in ogni cosa della Vita, c'è uno stile per ogni individuo. Qui ci interessa però dire che il Selvatico va oltre: il suo rapporto con la Natura è amichevole, cameratesco, partecipativo e diretto, franco: Mr Crocodile Dundee convive coi coccodrilli con spirito sincero e senza tanti complimenti - può perfino ucciderli, se serve. Fra l'altro, è un approccio molto Maschile, nel senso che il contatto Femminile con la Natura è più orizzontale, è sentire i cicli corporei, è sentire i ritmi, sentire la gravidanza, sentire il metabolismo delle Emozioni; il Maschile, verticale, mira a vivere e conquistare la Vita. L'Uomo vive la Natura anche sfidandola, mentre ne fa parte: se la Vita Femminile è l'Acqua, il Maschile è quel coraggioso che inventa un modo per navigare! Se lo Yin è la Nuvola, lo Yang è un eroe che si inventa il Volo! Il Selvatico bada al Cuore, ai sentimenti diretti e sinceri: a me francamente, se un pesce tropicale stanco di boccheggiare da milioni di anni crepa, non frega granchè, lui ha il suo Destino, io il mio! Ma può darmi fastidio se un avido infame, che capisce solo soldi, miope nel pensiero, devasta le acque di una zona tanto per nascondere i suoi malaffari industriali. Allora lì non è la questione se il pesce tropicale muore o vive, ma una questione di onore, di saper vivere, di peccato nietzschiano, come cito spesso: "Non i vostri peccati gridano vendetta, ma la viltà che mettete nel compierli". Apollo sterminò i Ciclopi. Ercole sterminò gli uccelli della palude di Stinfalo. Gli Dei pestarono i Titani. Beh erano incazzati, va tutto bene. Se gli girano i coglioni, può darsi che il Selvatico decida di far fuori tutte le iene del Mondo: gli hanno mangiato l'amico, lui si incazza e alleato ai leoni stermina le iene. Fatti suoi, se Dio gli chiederà conto, ci parlerà lui. Ma il suo infinito "rispettare l'Ambiente" è una forma molto pura, sincera e alta di Onore! Sono stato vegetariano per 3-4 anni, ma poi ho capito che la faccenda fra me e l'amico animale che divoro è un fatto fra me e lui, e ho l'abitudine di ringraziarlo caldamente per ciò che mi dona. Sono gli allevamenti intensivi, disumani, farmacologici, industriali, il problema, non la Morte: chiunque conosca la Natura sa che non c'è una forma di Vita che non stia costantemente in guerra. Massacriamo milioni di batteri a ogni sbucciatura di ginocchio, e i nostri anticorpi fanno il mazzo ai microbi ogni giorno. Chi immagina la Natura come un Eden a misura di vegetariano, sta seguendo una sua idea, non una verità di fatto. La Natura non è burocratica, è fatta di Verità, di Franchezza Cosmica. E autentico Sentimento, quello che fa essere il Selvatico amico del Coccodrillo, e fa essere Sandokan la Tigre di Mompracem, anche se di fatto una ha dovuto anche vincerla in combattimento. Solo un burocrate va a rompere le palle a Ercole per il Leone Nemeo, o a Sandokan per la Tigre, e sempre burocrati sono coloro che uccidono forme di Vita in serie, per motivi squallidamente economici. Fra i burocrati che uccidono e i burocrati che difendono, il vero Selvatico sceglie la Via del Cuore.

sabato 10 luglio 2010

Violenza o Non Violenza

Alcuni dicono che la Vita è violenta, e che non è un bene. Altri dicono che la Vita è violenta, e che è bene schiacciare per non essere schiacciati. Altri dicono che la Violenza sia un "purtroppo" necessario. Altri, che l'Uomo si realizza solo nella Non-Violenza, che sia la nonviolenza del pacifista occidentale, o la ahimsa di Gandhi. L'Uomo Selvatico non la pensa esattamente in nessuno di questi modi: un Guerriero non si appasiona di una cosa che è una "sporca necessità", e se è tanto appassionato della sua spada, evidentemente non la considera strumento di Male! Ne' d'altronde dice "è bene essere crudeli". No. Il Guerriero, o l'Uomo Selvatico, l'Homo Naturae, non è ne' un cinico sostenitore della legge del più violento, ne' un astratto e innaturale teorico della pace maniacale. La Vita è fatta di forze cosmiche, ok? Queste grandi Forze sono complessivamente di Amore e di Lotta, così come il Tao è fatto di polarità opposte ed energia che passa in mezzo, che sia per combattere o per fare l'Amore. E questo basta per avere una visione buona del Tutto. Si combatte come si mangia, si fa l'amore e si respira, e ognuno ha il suo Destino: nella vita di un uomo c'è l'Amore, c'è la Morte, c'è l'Idea, c'è l'Azione, c'è la Compassione, c'è la Passione, c'è il Decidere.... si tratta solo di seguire cosa sceglie il Cuore. Poco importa se alcune cose sono violente o dolci, la Vita è la Vita e tutto va bene quando è AUTENTICO. Esistono gli Dei, e fra gli Dei, sì, c'è Marte, c'è Ares, c'è Tyr, c'è Michele Arcangelo.... La Spada fa parte del Divino, e anche Cristo disse: "Non sono venuto a portare la Pace, ma la Spada." - e "chi non ha la spada venda il mantello e ne compri una". Se Dio non avesse voluto che carezze e gentilezza, non avrebbe creato le tigri, i lupi e le aquile! Questo per quanto concerne la questione "Violenza o non Violenza". Charles Bronson disse, in un suo celebre film della serie "Il Giustiziere della Notte": "la pistola ha una sua funzione. Sono gli idioti con la pistola che mi rendono nervoso.". Ha ragione. Inoltre, c'è anche un altro aspetto: l'uomo che ha confidenza con la propria Aggressività è un uomo più completo e pieno, e se ne accorge appena matura un certo feeling con la propria spada, o con le proprie armi in generale (che sia la lancia, la pistola o le mani nude). Provare per credere: sentite come cambia la percezione di voi stessi quando entrate in confidenza con la spada, quando iniziate a percepirvi come l'uomo ancestrale, l'uomo che si immagina quando si pensa ad un simbolo. Sì, esatto: è la sensazione che hanno i bambini che giocano. E' vero. Un bambino va in giro con la spada di plastica e ci si sente in perfetta armonia, e ha perfettamente ragione! E' un meraviglioso esempio di BENESSERE!

venerdì 2 luglio 2010

La parola "Libertà"

Oggi è il 4 Luglio, "Independence Day", giorno di nascita di Garibaldi
e ovviamente Angelo della Ribellione contro i tiranni. Ideale per parlare di Libertà.
Paulo Coelho dice: "il Guerriero della Luce non cade nella trappola della parola 'libertà'.", e coglie un punto essenziale. La libertà che viene sciorinata oggi è una serie di cose che con la Libertà maiuscola hanno ben poco a che vedere: innanzi tutto, l'Indifferenza. Quando la società moderna ti dice che hai diritto alla tua privacy, sta dicendo "Fatti gli affari tuoi, basta che non disturbi". Non è niente di che, in fondo: te lo spacciano come un diritto, ma è il tuo diritto all'indifferenza.
Secondo Luciano De Crescenzo, esistono culture dell'Amore e culture della Libertà, prendendo le mosse da un'idea di un filosofo tedesco ma precisando che "libertà" in questa concezione sta per privacy, un termine asettico che in Italiano nemmeno esiste, tanto dev'essere alieno alla cultura mediterranea. Nelle culture d'amore, gioie e problemi vengono dall'eccesso di vincoli affettivi, familiari, dalle ingerenze affettive nella vita di tutti (dalla solidarietà familiare alla Mafia, allo spirito viscerale della simpatia italica); nelle culture di libertà, gioie e problemi derivano dall'eccesso di diritti individuali, arbitrio senza ingerenze, e democratizzazione delle cose, dal sesso nei parchi alle droghe leggere alla rotazione dei ministri che mantiene impersonale la poltrona politica. Sebbene in entrambe le società ci siano problemi, è pur vero che OGGI, la maggior parte dei problemi non deriva più da tirannie affettive ma da disorientamento dovuto a libertà-indifferenza. E' la retorica de "i miei spazi", una retorica ideata da soggetti poco generosi e con la coscienza sporca, che più nascondono meglio si sentono. La libertà intesa come privacy è sempre in qualche modo nemica dell'Amore: nel momento in cui hai un figlio, un'amante, una moglie, un marito, un parente amato, non sei del tutto libero di fare come ti pare (ad esempio nel caso del figlio) e non lo lasci libero su tutto perché non sopporti di perderlo (ancora il figlio, ma pure la moglie, l'amico che vuoi salvare dalla droga, la fidanzata o il fidanzato, ecc.). Come dice Gibran, "sei libero davanti al Sole, alla Luna e alle Stelle, ma mei servo di chi ami, perché lo ami.". Inutile discutere sui cavilli della libertà, amici: il Selvatico sa che, per quanto concerne il suo Vocabolario, Libertà è il suo Errare impetuoso e appassionato, e Amore è la Legge e l'Anima del Cuore, è la Passione che muove tutto. Niente questioni verbose, per l'Uomo dell'Antico Codice: la Vita è così e non c'è da lagnarsi, esistono libertà ed esistono vincoli, così come esistono le forme delle cose: un cerchio è un cerchio perché non è un quadrato, essere qualcosa o fare qualcosa implica spesso non essere e non fare qualcos'altro. Si chiama Responsabilità. "un forno aperto non cuoce il pane", dice sempre Coelho citando un proverbio. E "il Guerriero della Luce è libero nei passi e schiavo del proprio Sogno". Il Guerriero, finché ha sulle cose l'opinione del suo Cuore, è sempre un uomo libero e un uomo vivo. Se sulla sua strada incontra un re, si pone da uomo a uomo nei suoi confronti: non ha pregiudizi sul Potere, ma giudica in base al proprio senso intuitivo dell'Onore. Il Selvatico non si cura di astrazioni inutili, di sterili dibattiti, di burocrazia dei rapporti! E laddove la parola Libertà ha un senso che parli alla sua Anima, eccome se la difende: a suon di ferro, puoi giurarci.

martedì 29 giugno 2010

Educazione Sessuale


Le parole "educazione sessuale" fanno subito venire in mente le Medie, il Liceo e quelle settimanelle di lezioni sull'igiene sessuale che il bidello annunziava gaudium magnum: perché se c'era Educazione Sessuale, non c'era lezione normale. Via qualche ora di Storia e Matematica, e tutto sommato si parlava di piselli e vagine. Yu-huu! Di fatto, ogni cultura ha la sua educazione alla Sessualità: dai rituali africani che confinano le ragazze mestruate in una capanna, ai piccoli riti familiari della prima mestruazione, ai fatidici discorsi su come nascono i bambini, alla zia esperta che consiglia la pillola alla nipote, alla deflorazione rituale indiana compiuta con un fallo di legno o pietra. Ogni società ci mette del suo: se alcune culture infami mutilano il clitoride delle bambine, e altre culture donano un pugnale al giovane appena sviluppato, nella cultura in cui viviamo noi, italiana, europea, "Nord-Ovest del Mondo" insomma, l'educazione sessuale è principalmente informazione sanitaria, preservativi a iosa, e consultori. Non mi addentrerò qui in Antropologia Comparata, questa era solo un'introduzione, mi interessa in questa sede parlare dell'utilità dell'Iniziazione Erotica dei giovani. Questi giorni dell'Anno, dal 27 Giugno al 2 Luglio, sono patrocinati dall'Angelo Pahaliah, Angelo della Sublimazione Erotica, pertanto sono ottimi per questi argomenti. Eros è ovunque: Eros, a seconda delle versioni del mito, nasce dal grembo primigenio della Notte (Nyx, Nox), ma anche, come "seconda nascita", come figlio di Marte e Venere: il celebre Cupido. Figlio quindi del Piacere e della Guerra, della scarica elettrica che nasce da un gradiente, da una distanza, dalla differenza, non dalla quiete asettica: Piacere e Guerra: Eros è la radice di EROE, cioè colui che è innamorato e mosso da una carica divina e primordiale. Eros è in tutte le cose. Come il Sangue, incidi un punto qualsiasi della Realtà, e troverai Eros. Nel Tantra, l'Uomo è paragonabile ad una sagoma umana tracciata su una finestra nera: una sagoma stilizzata con un foro all'inguine: la luce filtra da lì, e quindi si direbbe "E' là", ma se buchi tutta la figura, capiresti che la luce è ovunque. Nel mito indiano, Kama, il Dio dell'Amore (da cui il trattato di Kama, Kama-Sutra), è un Dio senza corpo che vaga fra gli amanti. Il Dio Brahma, o Shiva a seconda della versione, era concentrato in profondissima meditazione per cercare come un radar l'Anima della sua sposa defunta, per scoprire dove si era reincarnata, tipo Dracula insomma. Ma stavano arrivando i demoni Asura, e fu inviato Kama, il Dio dell'Amore, per risvegliarlo e unirlo alla guerra divina. Kama gli infuse con la sua freccia un tale desiderio che il Dio sudò, e dal quel sudore - dalla tensione fra Controllo e Desiderio - nacque la stirpe umana. Il Dio, irato per quel disturbo, con un raggio di fuoco dal suo Terzo Occhio incenrì Kama. Da allora Kama è "il Senza Corpo", e vaga cercando i corpi degli amanti per sentirsi corporeo. Loro vengono posseduti, e quando il Dio Kama riparte per il suo vagare, hanno la sensazione che qualcosa li abbia posseduti e non si capacitano del tutto di cos'è. E sia Cupido sia Kama sono arcieri, ossia usano un'arma che ha una parte dura che si flette, e una morbida che si tende: la freccia parte da una tensione, da uno sforzo che genera una carica propulsiva. Ovunque ci sia un gradiente energetico, c'è una forma di Eros. Ecco, vedete: Eros è ovunque: è l'Amore che move il Sole e l'altre Stelle, è il Tao del Fallo nella Vagina, ubiquitario, tanto che il mantra ON MANI PADME HUM significa "Il Gioiello è nel Loto", ossia il Maschile penetra il Femminile: in sostanza, è sacro celebrare "Il Pene è nella Vagina". Eros è nelle grazie di Afrodite, nel membro sempre eretto di Ares (per un uomo, Amare e Lottare sono una cosa sola), nell'estasi di Dioniso, nel fulmine di Zeus, nelle maree e nei cavalli di Poseidone.... E' il Desiderio che vive per morire e rinascere, è quell'Arco Divino che viene teso e rilasciato, è la farfalla che muore sbattendo le ali, è "Eros che scioglie le membra / ancora mi squassa / dolce, amara / invincibile fiera". Un'educazione sessuale autentica deve partire dalla coscienza della radice e della natura DIVINA e selvatica di Eros. L'iniziazione sessuale è di genere, inoltre: una fanciulla deve essere istruita ai misteri del suo sesso dal gruppo delle donne, delle antenate, delle donne più esperte; un ragazzo dev'essere istruito ad essere un maschio completo dalla comunità degli uomini, dal nonno, dal padre, dagli zii. E questo include per la donna i misteri dell'essere donna, amante, moglie, madre, e per l'uomo essere virile, dolce, stallone, uomo capace di soddisfare una donna e prendersi cura di lei tanto con la carezza quanto col fallo. Non che i ragazzi debbano essere separati nettamente, eh: qui le donne che istruiscono solo le ragazze, e qui solo gli uomini che istruiscono i ragazzi: tutti possono insegnare a tutti, l'importante è che sia un'educazione al proprio Sesso, e non qualcosa di asettico o che tenta di equiparare i sessi: essere uomo è una materia, essere donna un'altra. Anche questo è Educazione Sessuale, perché non è questione di sapere come si mette il profilattico: quello è roba di due minuti di lezioncina. Essere iniziati al proprio Sesso è TUTTO: pochi sanno che il Kamasutra non è solo posizioni sessuali! Solo 1 volume su 8 dell'opera tratta di posizioni: il resto parla di come prendersi cura della sposa, di come farle onore, di come trattarla in società, di come mangiare insieme, e così via. E quando parlo di radice divina, non parlo di astrazioni spiritualiste vaghe, ma di vivere nei fatti, e con spirito schietto, il potere vitale dei propri istinti, e conoscerne la Forza e la Maestrìa. Molti problemi moderni nascono proprio dal voler snaturare l'Animalità: lasciate stare i referendum sui preservativi nelle scuole e sulle pillole (abortive, anticoncezionali, giorni prima, giorno dopo), o le blaterazioni sulla parità dei sessi, che al massimo, come dice Giobbe Covatta, potrebbe voler dire averlo tutti lungo uguale! Quella è tutta Sanità. Si risolve in 2 minuti di informazioncine. Qui di servizi ne abbiamo fin troppi: abbiamo, volendo, creme, lubrificanti, pillole, preservativi aromatizzati, abbiamo tutto, ma avere i mezzi e conoscere il PIACERE di qualcosa sono due cose diverse. Non nemiche: diverse. Utili entrambi, ma due cose distinte. Cominciamo a dire ai giovanissimi che significa essere una donna, e che significa essere un maschio, e senza che ideologie perverse tentino di stroncare l'una cosa o l'altra (con dottrine che offendono un sesso o l'altro). E vedrete come sarà chiaro il senso di "Educazione Sessuale".

giovedì 24 giugno 2010

Gli Animali Guida





Gli Animali non umani sono più antichi dell'Uomo, e da sempre i più anziani insegnano ai più giovani. Ogni iniziato e ogni guerriero, nella sua Iniziazione e nella sua Leggenda Personale, viene ispirato e aiutato da certi suoi totem animali che gli forniscono guida, ascolto, idee ed energie soprattutto. Esistono vari Animali Guida per ognuno di noi, ad esempio una stessa persona può avere come guide il Corvo e il Gatto (per fare un esempio), l'uno che lo aiuta nelle intuizioni e nelle premonizioni, e l'altro nei rapporti con le donne. Un terzo animale-guida lo avrà nel Serpente, ma solo nelle situazioni in cui serve, per dirne una, la capacità di risorgere o la Saggezza. L'Animale-Guida può farsi vivo sia in effige che fisicamente, dipende com'è ovvio dal tipo di animale: uno che ha come totem il Leone, difficilmente avrà un segno a Roma dal passaggio fisico di un leone vicino a lui (anche perché sarebbe temibile per la gente attorno!), ma richiedendo il suo aiuto potrà imbattersi nella sua immagine, magari laddove avrà bisogno di Coraggio e Forza. E' inoltre facilissimo che l'Animale venga nei sogni del suo protetto. Chiedete e vi sarà dato: chiedi allo Spirito, agli Déi, a Dio o agli Angeli di mandarti un'indicazione su un tuo totem o una tua guida del Regno Animale, e il Destino in qualche modo te lo farà capire, te lo metterà davanti. A volte, anche in modo mirabile e sorprendente: a me capitò la scorsa Estate di chiedere un aiuto allo Spirito della Tigre, chiesi un suo segnale, e l'indomani il Mare mi buttò sui piedi proprio una tigre di gomma lasciata lì da chissà quale bambino chissà quando. Gli Spiriti Guida rispondono sempre, specie se la domanda è formulata bene. Divertitevi quindi a scoprire le vostre Guide e ad esplorare la loro Sapienza, a beneficiare dei loro doni, e ovviamente a trattarle con il dovuto rispetto e affetto. Generalmente, succede che più un animale somiglia fisicamente all'uomo, più il suo aiuto sarà corporeo, fisico, pratico; più l'animale è lontano dall'uomo come struttura (ad esempio gli insetti), e più il suo aiuto sarà su piani diversi che non le energie fisiche. Per esempio, un uomo può somigliare al Gorilla, o all'Orso, o al Lupo: quando c'è una somiglianza, il Totem facilmente patrocina in modo diretto le energie fisiche (forza, agilità, sensualità) dell'individuo. Un uomo che ha come totem la Farfalla, a me no che non sia magrissimo e appassionato di deltaplano (!) difficilmente si avvarrà dei consigli della Farfalla a livello atletico o sessuale, ma magari ne trarrà ispirazione a livello intellettuale o di sogni, o nella capacità di attendere nei momenti di stasi e di trasformazione (la crisalide). Provate a immaginare, così per gioco - come spesso si iniziano a fare le cose importanti e sorprendenti e rivelatrici - a che animale potreste somigliare somaticamente. Magari scoprite un vostro totem psicofisico: e pensandoci poi vi accorgerete, capita spesso, che quella bestie v'è sempre stata simpatica, e che da piccoli avevate già provato simaptia per quella creatura.... e così via. Magari ricorderete una figurina di quell'animale, che avevate a 6 anni, o ricorderete che avevate un pupazzo che ne era già rappresentativo. E' un gioco che può rivelare risvolti interessanti! Poi in altre occasioni, potrà venirvi in sogno un certo animale, e così via, di ispirazione in ispirazione. Gli Spiriti sanno essere inequivocabili. Per avere un rapporto col vostro Animale-Guida, chiedete il suo aiuto, amatelo, trattatelo da amico: è proprio quello che è, ed è una parte dell'Anima, della Psiche, dell'IO stesso della persona che generosamente ha deciso di accompagnare nella Vita.

martedì 22 giugno 2010

Guerriero e Gentiluomo



Chi è un Gentiluomo? A seconda del contesto, troverete molte definizioni. Troverete le donne che si lamentano che "non c'è più l'uomo di una volta" (qualsiasi cosa intendano), troverete chi cita il Galateo, e chi tira in ballo valori sociali di varia natura, e infine anche chi attribuisce un senso aristocratico o snob alla parola (deriva da Gens, la stirpe, la Famiglia romana). Beh, in realtà, il Gentiluomo o Galantuomo non è tecnicamente un damerino. Non è un uomo che adula le donne o l'universo femminile, non è uno che si ostenta principe azzurro o che prende sempre le parti alle donne (quello è solo un lecchino, un finto, un uomo matrizzato, uno che nega la propria vera natura di maschio ben distinto dal Femminile). Non è l'uomo socialmente affabile, ne' uno che conosce l'ordine delle posate a menadito (quello è un maestro di tavola, o un pedante, non è in sé per sé un Gentiluomo). Il Gentiluomo è un uomo che ha un codice, e che, in ogni gesto che compie, fa trasparire una naturale nobiltà d'animo. E' un uomo che coltiva il mestiere di essere Uomo, e che sia un aristocratico vestito di stoffe pregiate o un selvaggione errante, in lui chiunque può ravvisare l'ideale di forza, generosità e intelligenza proprio del Cavaliere. Contrariamente a quanto si crede, il Galateo non deriva da un abbandono del Selvatico, da una civilizzazione borghese, ma anzi, deriva dalle raffinate e selvatiche tradizioni guerriere! Ad esempio, l'usanza di indossare un abito chiuso e attillato alle cerimonie e alle feste, deriva dal fatto che un uomo con un abito attillato, con la camicia nei calzoni e la giacca chiusa, si mostra disarmato (non può celare armi in quell'abbigliamento!). Perfino l'abbottonatura della giacca (invertita da donna a uomo) ha un senso in base al fatto che la mano destra è quella che impugna l'arma, e la sinistra sbottona l'indumento. Il togliersi il cappello per salutare, come pure il saluto militare, deriva dall'alzare la celata dell'elmo mostrando il volto apertamente. Molte regole del Galateo, quindi, hanno radice in una concezione guerriera della Vita: togliersi il guanto per dare la mano, senza nascondere un ago avvelenato; versare da bere con la mano distante dalla bocca della bottiglia e col palmo sopra, in modo da non poter nascondere fialette di veleno da versare nel calice. Così come brindare battendo i bicchieri, significa che, se lo fai forte, si può scambiare qualche goccia fra i due calici: e un avvelenatore, non lo farebbe! Le regole del ballo, anche: l'uomo chiede un ballo alla donna che non prende mai l'iniziativa, e l'uomo guida il ballo. Questo perché il Galantuomo è sempre ben centrato sul suo sesso, e guarda la donna prima come donna, nel suo istinto e nella sua natura di creatura sensuale ed emotiva, che vuole sentirsi presa, e solo poi la vede come essere umano astratto. Sono tutte usanze che hanno radici antiche e battagliere, non certo nella rammollita e viziata concezione della vita di damerini nullafacenti. Anticamente, al Guerriero veniva richiesto di saper essere anche Gentiluomo, perché il Cavaliere è uomo completo, non manca di qualità: anche il Samurai spesso, ad alti livelli era anche maestro di Calligrafia, Origami, Poesia, Pittura o Teatro. Nel film Il Destino di un Cavaliere abbiamo un perfetto esempio di gentiluomo nella figura del Principe Nero, che prima si cimenta nel torneo con i cavalieri, e poi dimostra magnanimità, riconoscenza e amicizia salvando dal ludibrio il protgonista, investendolo del titolo di Cavaliere e difendendolo dall'idiozia del popolo e dalle trame dei suoi nemici. Un Principe, quindi, che sapendo che un giovane si è finto aristocratico per partecipare al torneo, non solo non lo snobba, ma lo fa Cavaliere, perché è davvero un uomo intelligente, interessato al cuore e non ai titoli, e ci mette del suo, si assume lui la responsabilità della situazione. E' riconoscente inoltre al giovane cavaliere perché si sono ceduti il passo al torneo, quindi ecco, fra uomini nobili esiste un'intesa istintiva e amichevole, fatta di gesti simbolici e spesso di poche parole. L'Uomo d'Onore è generoso, perché una delle dimensioni più genuinamente maschili, come dice giustamente Claudio Risé, è la dimensione del Dono, è questo che vuol dire essere magnanimi. Il Coraggio e la Virilità si possono esprimere in molti modi, e in ogni gesto e situazione c'è sempre un modo migliore di fare le cose: per un uomo, e quindi per un guerriero, questo modo è sempre il modo più generoso, nobile e rivelatore di forza e cuore sincero.

giovedì 13 maggio 2010

Le salubri Leggi del Guerriero




L'uomo che non è in contatto con il proprio Istinto naturale, generalmente parla un linguaggio fatto di luoghi comuni, amenità politicamente corrette, "valori" posticci o parole-jolly come pace, libertà, democrazia, e altri concetti vaghi e che difficilmente soddisfano il Cuore umano. E' quello che Igor Sibaldi, in modo davvero spiritoso, chiama rumorese: la retorica moderna, più insidiosa di quella del passato, in quanto se prima i perbenisti erano vestiti da perbenisti, ora i perbenisti sono vestiti da progressisti. E' così che finiscono in prima pagina notizie insensate come "Dal Papa un deciso NO alla Guerra." oppure "No all'odio". Sarebbe da prima pagina se il Papa dicesse, affacciandosi dal balcone vaticano: "Massacratevi!". Semmai! Questo è il mesto effetto di una cosa che viene chiamata Civilizzazione, o Democrazia, ma che in realtà è un becero razionalismo imbottito di paure nei confronti delle forze naturali, dell'Animalità più autentica, e soprattutto della forza primordiale del Fallo, della Spada, che nelle culture antiche, per l'uomo vernacolare, è invece proprio l'Axis Mundi, l'Asse del Mondo. Ma per il Guerriero, il Mondo non è l'orto del banale, bensì il teatro della Gloria, della Bellezza, dell'Onore, della Passione. Dell'Amore. Nell'Esortazione cabalistica del mio Angelo Yelahiyah, l'Angelo dice: "Ti ho dato sentimenti forti, legati ad un tempo ancestrale, affinché tu possa facilmente ispirarti agli eroi del passato, e trovare nella Storia la motivazione per porre fine a questo presente senza speranza.". Quel presente non è il Presente del Qui ed Ora, è lo status quo, il ristagno; e quel passato non è 'ciò che è passato', è ciò che è ETERNO: l'appellativo di Yelahiyah è proprio Dio Eterno. In quel tempo ANCESTRALE, ossia primario, fondamentale, elementare, eterno in ogni creazione, c'è l'Autenticità del Guerriero, che è un uomo di PRINCIPIO: sia nel senso di "inizio", sia nel senso di "valore": fedele al Cuore, alla Natura, alle Stelle, il Guerriero non bada ai cavilli burocratici razionalisti, e va nella Vita, genuinamente. Le sue Leggi sono dirette: sono modellate sui fatti dei sentimenti, delle passioni vere, centrate sul baricentro intuitivo della propria identità di Animale, Uomo ed Eroe, nel contesto della propria personale Leggenda. Davanti a una situazione, il Guerriero, lungi dall'essere rincoglionito da sofismi fumosi, agisce mantenendo sempre a disposizione il cuore, la spada e la mano, quella mano che sa essere armata, disarmata, pugno, carezza, aiuto, dono. Se il Guerriero regna, è un Re, e non un burocrate o un diplomatico traffichino; se il Guerriero combatte, sta combattendo, non cerca di edulcorare la cosa; se il Guerriero ama, ama, non inventa strane scuse; se è fedele all'amico, non ha bisogno di spiegare la cosa con teorie sociali. L'uomo rumorese non sa assumersi la responsabilità delle proprie azioni: in una parabola di Osho, l'ipocrita che sorprende il ladro in casa, e lo minaccia col fucile, non dice "brutto figlio di puttana, ora ti disintegro!"- ma dice "sto per sparare, non metterti lì, perché casualmente sparerò proprio in quella direzione, senza volerti male!". Un Guerriero è responsabile delle sue azioni, ed è se stesso in persona anche davanti a Dio, o alla Morte, o alla Madonna. E' Eroe e Guascone insieme, come vedremo in un altro articolo, in quanto la sua natura fondamentalmente giocosa può essere facilmente irriverente. Colui che vive fedele a quel Tempo Ancestrale, sarà chiamato Barbaro e Anacronistico da chi non vive come lui, ma egli sa che la Franchezza nei confronti della Vita non ha prezzo.

lunedì 26 aprile 2010

Il Duello - introduzione





Per comodità, distinguamo fra Combattimento e Duello: nel Combattimento in generale, due individui si affrontano per svariati motivi; nel Duello, l'attenzione è più incentrata su una questione d'Onore, e sul Giudizio delle Armi, cioè stabilire con un leale duello come va a finire una complicata questione. Per l'uomo antico, alcune questioni si vivono attraverso un cimento personale. Per l'uomo civilizzato può sembrare selvaggio, ma alla base del Duello c'è un concetto molto semplice: in Natura, l'aggressività fra maschi è ritualizzata, e rispetta un Codice ancestrale. Non si tratta di eliminare fisicamente l'avversario: è questa idea, è pensare che il Duello serva a uccidere, che è rozza e testimonia la superficialità del pensiero modernista. Non si tratta di uccidere, ma di mettere a confronto, in un cimento leale, due anime: entrambi, praticando il Buon Combattimento, mettono in campo la loro virilità e la loro audacia, ed è un comunicare fra uomini. Un tempo, se tua moglie ti aveva tradito, potevi duellare. Non c'è bisogno di uccidere l'avversario, è sufficiente una prova fisica e di Coraggio in generale. Le contese sarebbero molto più sane se a dirimerle fosse l'Onore, non quello finto e crudele dei criminali, ma quello autentico, simbolico: l'uomo che subisce un reato, l'uomo che viene tradito, dovrebbe avere, per la mentalità degli Antichi, sia un aiuto legale (la Legge che decide per principio sociale chi ha torto) ma anche la possibilità di affrontare l'avversario cimentandosi individualmente. Il che per l'uomo è essenziale. Vale a dire: "Mi sta bene che la Legge giustamente tutela chi non arreca danno alla società, ma io voglio anche un gesto simbolico: voglio battere chi mi ha oltraggiato in un singolar tenzone, per sottolineare personalmente il mio valore.". Del resto, molti si affrontano: si affrontano gli atleti, si affrontano i politici, tutti si scontrano: perché non duellare per una donna? E il Duello ha regole precise, da concertarsi prima.

venerdì 23 aprile 2010

Lo Stile: che Guerriero sei e come orientarsi



Esistono vari stili nell'essere guerrieri. Qual è il tuo ideale di Guerriero? Il Cavaliere Errante? Il Cavaliere Templare? Sono due cose diverse, il primo è un avventuriero impetuoso, l'altro un custode di un Tempio. O forse ti ispiri al Cavaliere Jedi, disicplinato, elegante e abile, e soprattutto ispirato dalla ricerca interiore sulle vie della Forza. O magari ti senti più vicino al Barbaro, l'uomo delle montagne che vive di pochi valori schietti, e confida nella propria ascia, o spada potente. Esistono poi molti altri tipi di guerriero: il Samurai, il Pirata, l'Errante del Kung Fu (l'eroe cinese tipico, che va in giro con la sua casacca coi bottoni di corda e usa il suo stile di lotta dove capita). C'è il Cowboy, anche: il pistolero, come pure il Militare, altra forma guerriera. Insomma, nella Via del Guerriero c'è di tutto, dal Gladiatore a Zorro. E perfino all'interno dello stesso stile ci sono sfumature, come ad esempio differiscono Obi Wan Kenobi da Anakin Skywalker, per carattere, modo di combattere e idee. Occorre avere un riferimento, o più di uno: il protagonista de L'Ultimo Samurai unisce due archetipi: il Soldato e il Samurai, e il suo vantaggio è proprio questo, ragiona da occidentale e imbocca la Via del Samurai. Inoltre, bisogna capire qual è il tuo stile: c'è chi si trova bene a lottare con una elegante spada Jian cinese (il Destino Verde, per intenderci), chi ama la Katana e chi viceversa ci si sente scomodo per ché è portato per l'uso dell'Olisi, il doppio bastone rapidissimo del Kali filippino. Devi provare per comprendere! Come ognuno sceglie un'Arte Marziale, così si può scegliere bene anche la propria modalità di essere un combattente: magari pratichi con noia il Judo per due anni, e credi di non essere portato per la Via del Guerriero, invece magari sei un grande pistolero e "funzioni al meglio" vuotando caricatori. O magari sei un arciere! Tutt'è scoprirlo. Esistono dei modi 'oracolari' per orientarsi: tanto per cominciare, il Tema Astrale.
Il Tema include anche l'Angelo di Nascita, per cui alcuni Angeli natali inclinano maggiormente verso la Combattività. Parleremo magari in un altro post degli Angeli Guerrieri, è un argomento consistente e che merita un post a parte.
Nel Tema di Nascita, la posizione di alcuni Pianeti rivela che tipo di Guerriero si è, quali sono le doti, i difetti, le inclinazioni psicofisiche di un individuo. Ad esempio la posizione di MARTE può rivelare qualcosa su come funziona la nostra aggressività, e quindi che tipo di stile ci conviene adottare o scoprire. Bata un qualunque programma di Astrologia o un libro, per trovare il proprio Marte di Nascita. Se poi avete conoscenze un po' più ampie, potete guardare anche che aspetti forma Marte con gli altri Pianeti: Marte trigono a Luna, Marte quadrato a Luna eccetera. Sono termini tecnici, intanto basti sapere in che Segno sta. Nella lista che segue parlo di "Marte in...." intendendo ovviamente anche non solo Marte, ma pure forti valori in quel Segno o forti valori collegati. Ad esempio un Marte in Ariete ma supportato da forti aspetti con Saturno e Urano somiglierà un po' anche a Marte in Capricorno. Una persona che ha 4 pianeti in Scorpione, ma non Marte, avrà comunque qualche tratto anche di Marte in Scorpione. Un Marte trigono a Sole somiglierà anche a Marte in Leone. Così come una persona dei Pesci avrà qualcosa anche di Marte in Pesci, anche senza avere Marte lì.
Prendendo quindi questo schema con un certo beneficio di inventario, ecco:



MARTE IN ARIETE: è un Marte puro, da Torcia Umana dei Fantastici4, da corridore di Formula1. Una persona con Marte in Ariete, o forti valori Ariete, o col Sole in Ariete (i Segni caratterizzati da Marte lo manifestano anche avendo semplicemente il Sole, cioè il giorno di Nascita, in quel Segno), è facilmente portato per gli stili marziali più aggressivi e dinamici. Bene il Kendo, per quanto forse può trovarlo troppo rigido, monotono e disciplinato. Benissimo il Karate, la Boxe, la Kickboxing. Inoltre, ottimo per le Vie idealistiche, come la Cavalleria in sé per sé e le forme guerriere intese come Crociata personale.



MARTE IN TORO: l'Aggressività perde espansionismo aggressivo e diventa la difesa del giardino di casa. Marte in Toro, o il Toro in generale, vuole una grossa clava da battere sul palmo della mano davanti all'uscio domestico! Lo ha Bruce Willis, che è sì eroe d'Azione nel cinema, ma fateci caso, difende sempre la sua famiglia, la figlia, il nido, da padre premuroso. Buono il Judo, che richiede forza massiccia e non necessariamente scatto muscolare, dacché questo Marte non conferisce di per sé una muscolatura velocissima ma sicuramente forte, magari più da contadino prestante che da palestrato capace di grandi sacrifci dietetici e disciplina. Perfetto per l'approccio marziale da Judo "Io non mi muovo, sono una roccia, ma spostando un po' il baricentro faccio cadere a terra te e ti immobilizzo.".



MARTE IN GEMELLI: braccia, braccia, braccia! Tyson ha Marte in Gemelli, e anche alcuni maestri di Karate che conosco. Marte in Gemelli è tutto fiato e braccia veloci, buono per la Boxe e per i virtuosismi vari (WuShu acrobatico, Kali velocissimo, Gatka, Tiro con l'Arco....). Evitando però gli stili "massicci", e gli stili che richiedono troppa costanza di disciplina e allenamento. Bene il Tai Chi o il Kung Fu per via del Taoismo intrinseco. Buono anche per la speculazione sugli aspetti mentali e filosofici delle Arti Marziali. Per quanto riguarda l'approccio all'essere Guerriero, sicuramente più nomade e furfante che Cavaliere!



MARTE IN CANCRO: è difensivo e penalizza la muscolarità pura. E' il Marte dello scrittore-coraggio, del difensore dei deboli che è sensibile e poetico lui stesso. E' il Marte materno-difensivo, che può anche scatenarsi ma come fanno le femmine degli animali per proteggere i cuccioli. La spada la impugna giusto se lo vede come un gesto stilnovista. Buono per il Tai Chi, per gli stili fluidi e che richiedono morbidezza di movimenti. Anche se esistono casi in cui la nota corazzatura Cancerina impone ostentazione di forza, allora avremo il Cancro o il Marte in Cancro boxeur. culturista o agguerrito kickboxer - salvo poi essere gentile e Yin sotto! Non escludo inoltre la categoria del Guerriero Patriottico, che per quanto possa massacrare nemici, in fondo sempre una Casa e una Mamma difende. Altra versione: il praticante che, a prescindere da che stile segue, vede nel Dojo, nella Scuola Marziale, una casa.



MARTE IN LEONE: poco agonistico, molto esibizionista. E' forte e primeggia pure facilmente, ma lo stressa per principio il competere: meglio puntare su Scherma Scenica, Iaido, WuShu, Tai Chi: deve essere ammirato, e competere il meno possibile, e dar sfogo ad una immensa Energia vitale.
Inoltre, questo Marte è ottimo per tutto quanto concerne l'aspetto cavalleresco del Guerriero: il blasone, la Gloria, distinguersi per Onore e Lealtà....


MARTE IN VERGINE: ambiguo e complesso: un Marte non spiccatamente virile, ma pronto a diventare un grande tecnico. Magari non sarà Cavaliere in sé per sé (il più delle volte è troppo pragmatico e razionalista per essere un paladino), ma se si interessa, poniamo, di Scherma, saprà tutto del periodo storico a cui si ispira, e sarà realista nella scelta di costumi e stili di allenamento. Avremo quindi il marzialista scrupoloso, che si allena sapientemente, e magari associa alimentazione omeopatica e vitamine alla pratica marziale. Buono per le arti cinesi: Kung Fu e affini. Molti attori d'azione fisicanti e attenti al corpo hanno questo Marte qui: Sam Worthington e Brian Bosworth per dirne due.


MARTE IN BILANCIA: un Marte non-violento ma feroce nel difendere Equilibrio e Giustizia. E' perfetto per l'Aikido, dove la circolarità e la non-forza atterrano l'assalto violento. Buono anche per tutte le Arti Marziali estetiche, come lo Iaido, lo Shitaido e dove occorre destrezza elegante.
Buono anche per la forma fisica e la muscolarità esteticamente regolata. Fisicità si, ma col kimono pulito e un bel movimento: niente bestialità. E molto interesse per lotte sociali e principi morali nei rapporti interprersonali: l'Etichetta, il Rispetto, la Gentilezza, la Giustizia sociale. Consiglio l'esercizio a coppia.



MARTE IN SCORPIONE: è un Marte micidiale, che agisce anche se si ha il Sole nel Segno, in quanto è già di per sé segno marziano. Evoca l'immagine dell'assassino tremendo, quello che, come il Ninja o l'Assassino Arabo, uccide in modo astuto ed efficace. Mi viene in mente Bill di Kill Bill. Se prevale la nota misteriosa, avremo appunto il Ninja o l'esperto di tattiche di guerriglia (Krav Maga, sistemi di combattimento da Esercito), se prevale l'istrionismo avremo le Arti più pittoresche, come il Kendo coi suoi mascheroni antichi o la Scherma Medievale col suo sapore ferroso di Secoli Bui! Inoltre, essendo un Segno errante per natura, anche l'idea del Cavaliere Errante può addirsi a questa posizione, che sia occidentale o anche Nomade del Deserto.


MARTE IN SAGITTARIO: ovviamente, Tiro con l'Arco. Tutto ciò che slancia, spara, scaglia lontano: Giavellotto, Fioretto, Tiro al Piattello. E' un Marte sportivo, idealista, che vediamo facilmente nell'atleta entusiasta di muoversi, come un vero cavallo selvaggio, ma anche nel Guerriero Idealista, Cavaliere o Paladino di qualche causa. Evoca anche l'immagine country del Cowboy, a volte. Sconsiglio al Marte in Sagittario le vie dove serve troppa disciplina, perché è sportivo ma non scrupoloso, e non dà il meglio dove non può credere nella lotta, nella causa alla base della lotta. Si muove così veloce e così entusiasta, che come minimo deve crederci! Inoltre, non sono pochi gli atleti marziali con questo Marte, anche solo per amore dell'Esotico che caratterizza il Sagittario.



MARTE IN CAPRICORNO: è un Marte duro, micidiale e spietato, come Pai Mei. Ha in questo Segno la sua "esaltazione", cioè un patrocinio speciale. Ricorda Ghemon, i Samurai, i guerrieri che fra ferocia inflessibile e gesti tecnici arrivano a massacrare i nemici uno dopo l'altro. Ottimo per le Arti Marziali giapponesi, in quanto il Giappone è un popolo Capricorniano, ma in fondo anche il cinese 'Kung Fu' vuol dire Duro Lavoro, molto capricornianamente. Ma in generale è ottimo per tutte le Arti Marziali, anche per la Boxe, dato che spesso conferisce una muscolatura possente un po' da montanaro. Fra l'altro il Capricorno è associato all'Antico, all'Antiquariato, e potrebbe inclinare proprio al gusto delle armi antiche in sé. Unico neo, forse non brilla per fluidità ed elasticità, è un Marte da muscoli duri, tutto acciaioso, un po' Robocop: poco danzatore e molto netto. Come dice il motto del Karate: un colpo, una morte. Svariate le icone d'Azione con questo Marte.



MARTE IN AQUARIO: è un Marte che perde ferocia egopatica ma non perde crudeltà e attivismo: è il Marte dei ribelli, il che va dal Davide con la fionda al terrorista ideologico. L'unica via adatta, fra le Vie guerriere, per questo Marte, è forse la concezione orientale del Marziale. Nel Tai Chi, in qualche Arte esoterico/gimnosofista, questo Marte può trovare quel mix di stravaganza filosofica, olismo e ricerca interiore che lo soddisfa. Buono per la NonViolenza.



MARTE IN PESCI: un Marte che ha solo due scelte: o si sente e si accetta soft, poetico, poco aggressivo, oppure si trova un modo ideal/fiabesco per esprimersi. Avremo quindi o il mistico della Non-Violenza, o il Marzialista Spirituale (quello che dice che l'obiettivo è vincere Se Stesso), o il Cavaliere che agisce per romanticismo puro. E' molto relativo in base anche al resto del Tema, ad esempio un Pesci con Marte in Ariete, o un Ariete con Marte in Pesci, conteranno su un misto di qualità con un'aggiunta di Azione e Coraggio al carattere Pescino.

mercoledì 14 aprile 2010

L'Imperatore

Sotto i giorni dell'Angelo degli Imperatori Lelahel (15-20 Aprile) e con la benedizione del mio Angelo di Nascita Yelahiyah, introduco ora la Forma dell'Imperatore.
Una delle cose più facili da valorizzare con la pratica della spada, sono le qualità basilari di Animalità, Fisicità e Vigore. Già di per sé l'esercizio fisico valorizza il I Chakra: stimola le difese immunitarie, aumenta la salute del Sangue, incrementa i livelli di Testosterone, l'ormone virile. Entrare in contatto col Corpo e con l'Animalità per gli uomini è fallicità, vigore sessuale, desiderio, sensazione di saldezza e forza nitida; per le donne è nutrire il I Chakra attraverso le gambe, che prendono Energia dalla Madre Terra: è sensualità, è il Piacere, la corporeità della donna. I movimenti per il I Chakra (che nell'uomo nutrono anche il III e nella donna anche il II) sono adattabili in versione maschile e femminile, nei video li vedrete eseguiti da me, quindi avrete l'esempio maschile. In ogni caso, come dicevo, la Spada richiede una bella corporeità, contatto con i muscoli, le ossa, sentirli lavorare, e buona energia nelle gambe e nei piedi per muoversi correttamente. Inoltre, l'idea di difendere qualcosa (l'Onore, la propria donna, i figli, la propria terra...) fa lavorare splendidamente il I Chakra, a patto che non sia un difendere nevrotico, che al contrario rende schiavi di una sorta di viziosa egopatia materialista o possessiva in modo insano. Ma passiamo alla pratica:
1) Tutti gli esercizi e gesti che curano il I Chakra hanno in comune la presenza fisica, l'istintività e il possesso: gambe potenti, gesti netti, artigli che ghermiscono il suolo e la Vita. Se un esercizio ti fa sentire il sangue bello caldo e vigoroso nelle vene, e magari anche una certa eccitazione o allegria sessuale, stai agendo col I Chakra.
2) Gli esercizi al femminile, che vanno a interessare anche il II Chakra, sono morbidi, sensuali e comunicano un senso di più placido possesso del suolo e delle energie vitali.
3) Gli esercizi e i gesti di III Chakra sono tutti connotati da assertività, potenza, dominio.
4) Riscaldandosi prima, con un po' di ginnastica, l'esercizio funziona meglio.
5) le frasi di potere dell'Imperatore sono tutte assertive e sessualmente vigorose: ad esempio "Questo è mio!" - o "Io metto incinta la Vita!".
6) Nella pratica della spada con questa Forma, si deve entrare mentalmente nella dimensione della Tigre, del Leone, del Toro selvaggio se preferite, del'Ariete, del Lupo, della belva selvatica. Si deve immedesimarsi in un'Energia primitiva.
7) Formulare desideri prima dell'esercizio indirizza le energie verso una direzione voluta.

venerdì 9 aprile 2010

I Chakra della Donna e dell'Uomo: accenni tecnici



I Chakra hanno una loro logica di genere, diciamo: come il corpo ha delle qualità che il genere sessuale valorizza (con innumerevoli sfumature individuali ovviamente), come il petto, i fianchi, i lineamenti del viso, i lombi, le gambe e la muscolatura - allo stesso modo i chakra dell'uomo e della donna hanno delle differenze. In linea di massima, le donne hanno più attivi e potenti i chakra PARI (2°, 4°, 6°), gli uomini i DISPARI. Vale a dire che la donna-tipo ha sovrabbondanti e "in uscita": l'Emotività (II Chakra), il Cuore (IV), e l'Intuizione (VI); noi uomini invece abbiamo, a livello tipico, attivissimi l'Istinto Primario (I), il Potere Assertivo (III) e l'Espressione Comunicativa (V). Il VII Chakra, essendo la Corona, anche se è disparo comunque è un caso un po' a parte. Quindi noi uomini offriamo alle donne energia, forza volitiva e parole nitide e sincere, mentre le donne ci regalano benessere e stimolo a livello emotivo, vitale e intellettivo. Ovviamente esistono combinazioni varie: ci sono uomini coi chakra "femminilizzati" e viceversa, ma secondo i maggiori esperti tantrici, per quanto complementari, due persone coi chakra troppo invertiti rispetto all'archetipo risultano quasi sempre scontente finché non si danno un'armonia più consona al loro genere. Vale a dire: in fin dei conti un uomo virile ed una donna femminile risultano pienamente soddisfatti e soddisfacenti in un amore. Con sfumature, ma in linea di massima è così. Quindi la donna dinamica e forte, con un III Chakra "grosso così", sarà magari portata a cercarsi un partner dolce e tranquillo (per compensazione e incastro), ma sarà ancora più soddisfatta se troverà un uomo così mascolino e ancora più forte di lei, da farla sentire donna. Tradotto in un ulterio esempio: la leonessa non è che siccome è forte va col coniglio, la leonessa va col leone che è ancora più belva di lei! Anche un maestro degli anni '70, Takin Kung, disse che la Donna è attiva nel Cuore e riceve Energia dal Sesso; l'Uomo invece è attivo sessualmente e riceve Vita dal Cuore di lei: ecco perché la Donna ispira l'Uomo e gli dà un senso per vivere, e l'Uomo brama la Donna. Infatti l'Uomo produce Seme e la Donna produce Latte, lei ha il seno sporgente e lui il sesso sporgente. La vignetta comica qui a fianco rende bene l'idea! La Verità spesso è in ciò che fa ridere. Allora vediamo due casi come esempio:



- un uomo che soffre di senso di inferiorità nei confronti della moglie più capace e con migliore stipendio: innanzi tutto, ferita al I Chakra per sensazione di precarietà della propria posizione materiale e del territorio (dipende dalla moglie!); conseguenza: possibili disturbi di erezione e di autostima. L'ansia da prestazione sessuale ("almeno devo essere un buon amante") unita alla mancanza di realizzazione e di ricompensa, possono causare o aggravare i disturbi al I Chakra. Anche il II funziona male perché è legato al rapporto affettivo. Il III chiaramente non ha modo di funzionare bene, dacché non si sente assertivo: ulcera, cattiva digestione. Guarisce quando inizia a farsi valere, a fare il padre, l'uomo, senza compromessi immaturi: questo 1) aumenta la sua produzione ormonale e la salute del suo seme: I e III Chakra lavorano insieme, valorizzandosi a vicenda fra assertività e vigore fisico che si alimentano a vicenda; 2) elimina l'ansia coi primi successi sessuali e comunque, anche con un po' di ansia residua, permette di superarla con l'aumento di energia e di ispirazione.

- una donna che si sente esclusa dalla vita della famiglia per un litigio: V Chakra leso, la tiroide accusa cenni di squilibri. Si sente esclusa in quanto stupida e non si fa una ragione del fatto, perché sua sorella, meno affettuosa di lei, non ha gli stessi problemi: blocco al VI Chakra. Mal di testa, problemi di comprensione. Si sente vittima dell'ingratitudine: danno al I Chakra. Guarisce quando formula bene le sue ragioni (V), si spiega alcune cose della sua famiglia che non aveva capito (VI), e pretende le sue ricompense (I).

- un bambino che intuisce un rapporto finto fra i genitori, ma per non crederli imperfetti finge di credere che lui è stupido e non si accorge (lesione al VI Chakra). Questo gli sa inconsciamente di tradimento a se stesso, oppure può sentire di tradire la fiducia dei suoi (IV). Inoltre, il sentirsi in una famiglia che non lo coinvolge e che alimenta rapporti finti può ledere anche il V: faringite, insieme al VI anche qualche problema di vista. Guarisce quando regola la propria percezione dei genitori e il proprio ruolo in famiglia, magari aiutando i genitori o prendendo le parti a uno di loro.