giovedì 27 settembre 2012

Il velo, la cintura di castità et similia: non politica, ma rude approssimazione

Quando si parla di morale sessuale, come dico spesso nei miei articoli e seminari, bisogna puntare meno alle ragioni politiche (che sono una parte molto superficiale e subordinata), e più alle ragioni di due ordini, di due tipi:
1 - istintuali;
2 - esoteriche.
Per esoteriche intendo delle ragioni che chi non è iniziato a certi misteri non può capire. Ad esempio, il celibato, o i periodi di castità dei sacerdoti, che è Magia Sessuale e lo sappiamo in pochi.

Anche per il velo islamico ci sono due considerazioni da fare: la prima è esoterica, cioè nei testi sacri, quando si parla della Donna si parla sempre della Luna, dell’Anima Yin, e quindi di una componente della Psiche, e non solo della donna come genere personale. Ad esempio, quando Gesù dice “chi ripudia la moglie la costringe all’adulterio”, non è solo una norma di psicologia matrimoniale, ma ha anche un senso psicoanalitico: chi ripudia una parte della propria Anima, la “costringe ad andare in giro a far casini”, diciamo. Cioè la lascia negletta, nell’Ombra, a disturbare altre funzioni psichiche. Quindi, sull’Anima “velata”, col velo et similia, ce ne sarebbero a bizzeffe di metafore occulte: a partire dalla parola greca Aletheia, “Verità”, che già nella sua radice indica qualcosa di svelato, di spogliato. Idem per la parola aramaica Ionah, che significa “Colomba” ma anche “Fidanzata”, per cui non si sa bene se in alcuni episodi evangelici si parli della colomba dello Spirito Santo o di una fidanzata di Gesù – e peraltro, sarebbe paca la differenza, dato che in Ebraico lo Spirito Santo, Ruah, è un nome femminile. Per approfondire, rimando alla lettura dei libri di autori come Sibaldi, Jodorowsky, Eliade e tanti altri.

Inoltre, ci sono delle ragioni antropologiche per certi tipi di abbigliamento: presso molte popolazioni desertiche, ad esempio, anche gli uomini sono coperti – basti pensare ai Tuareg – e le donne stesse, in molte culture di Paesi caldi, ricercano il candore della pelle evitando l’esposizione al Sole. Il che spiega come in alcune culture sia stato abbastanza facile e “indolore” il passaggio da velo-moda a velo-obbligo.

Lasciamo stare le dichiarazioni come “il velo è una scelta”, perché è sdrucciolevole misurare quanto siano libere le scelte di una donna in una famiglia che ha tradizioni solide. Quindi non ci importa considerare se il velo sia scelta o no, ci interessa solo capire le ragioni di certe forme ‘repressive’.
PREMESSO che la coercizione di rado porta bene;
PREMESSO che c’è velo e velo, e tradizione e tradizione;
PREMESSO che il burqa, per semplici ragioni di ordine pubblico è pessimo, procediamo:
Parliamo ora delle radici istintuali di queste imposizioni al genere femminile:
Dunque, papale papale: noi siamo gelosi del sesso delle nostre donne.
Non per motivi politici, sociologici o chissà che “paura del femminile” come vogliono dire alcune commentatrici per tirarsela: semplicemente, un uomo tendenzialmente vuole primeggiare nel Sesso. Non è insicurezza, perché anche chi già primeggia vuole primeggiare: è natura. Il leone non ha rivali nella savana, ma difende il suo come una bestia – in effetti, è una bestia.
Non ci interessa minimamente l’implicazione sottile dell’infedeltà, tant’è che siamo gelosi anche del passato della donna: cosa che esula da colpe. Intendiamoci: se una donna è infedele ci offende, ovvio, ma per quanto riguarda la sessualità, non è l’affidabilità il punto della gelosia al maschile.
Pensiamo a questi 4 punti:

1 – A un uomo dà fastidio di per sé il contatto sessuale della donna con un altro. Ho detto “di per sé”, badate bene: intrinsecamente, a prescindere dal contesto.
2 – La sessualità femminile è complessa e ricca di sfumature, per cui se un uomo dovesse tener conto di tutto ciò nella fedeltà della propria donna, si perderebbe in astrattezze, fermo restando il punto 1.
3 – Per le suddette ragioni, ok: uno la lascia autonoma nella sua fedeltà, ma siccome anche amando si può tradire, rischi di vedertela tornare sinceramente pentita, sinceramente affezionata, ma ormai tragicamente scopata da un altro (vedi punto 1).
4 – Lasciare alla donna il completo controllo della fedeltà è sì un ottimo modo di vedere quanto ella sia fedele, però l’uomo non vuole solo essere rispettato dalla donna, ma vuole essere temuto dagli altri uomini. L’autonoma fedeltà della donna, senza l’autorità del marito, farebbe dire: “Nessuno ha paura di te, se non fosse che lei è fedele da sola”.

Insomma, dati tutti questi punti, soluzione rozza: metto a mia moglie il burqa, oppure do due mandate di chiave alla cintura di castità e addio sofismi.
AAAAAH, dolce riposo! Chi se ne frega!
Ѐ semplice: SE IL PROBLEMA Ѐ BASICO, ANCHE UNA SOLUZIONE BASICA Ѐ SUFFICIENTE. Perché la scenetta la sapete tutti:
“Tua moglie ama un altro.”
“Aaaaaah troia!”
“Domenica forse si vedranno per la prima volta.”
“ma non ci ha scopato allora.”
“No.”
“Aaaaah e vaffanculo, potevi dirlo subito. M’era preso un colpo! Evviva! Facciamo ancora in tempo a fermarla.”

Oppure:

“ehi, tua moglie non ti ha detto che è stata con quello di Livorno prima di mettersi con te.”
“Aaaaaaah troia! Ecco l’amico del cuore chi era in realtà!”
“Ma lui ha il micropene. 3 cm.”
“Ah, e allora, vabbè. Poraccio. Ci farò l’amore alla facciaccia sua!”

E l’alternativa?
Ve la dico io, la verità sull’alternativa:
Non ci credete! Se incontrate un fidanzato ‘evoluto’, di quelli che “la mia ragazza ha un suo vissuto e fa le sue scelte, anzi, continua a scegliermi proprio potendo scegliere fra tante libertà” – è o un paraculo, o un imbecille.
Non ci sono vie di mezzo.
Se incontrate uno che vi dice “Erasmus un cazzo! Volesse Dio che ti metto incinta, così te la levo io la voglia di percorsi esistenziali all’estero!” – magari suona rude ma è di certo più sincero.
Non credete a chi vi dice il contrario: possiamo edulcorarlo, dirlo in modo carino, ma è così.

Il che non vuol dire lapidare le donne, o costringerle, o trattarle male: semplicemente, è così, ragioniamo così, siamo fatti così – se potessi intervistare un cane o un gatto, confermerebbero che anche loro la pensano così. Ѐ Natura, e nel senso più bello, non nel senso di “arretrato”. Quindi non aspettatevi che noi uomini diventiamo femministi: al massimo, esigete la nobiltà d’animo a cui la stessa Virilità ci chiama.
Ora: ovvio che un uomo illuminato sa che non è bene schiavizzare una donna. Non vuole metterla sotto chiave, nemmeno simbolicamente: non vuole opprimerla, non vuole che sia questo il rapporto. Non perde energie a tener buona una ribelle, preferisce trattarla da ribelle, e magari si cercherà qualcun’altra. Evita di imporre a sua moglie la cintura di castità, e preferisce, saggiamente, lasciare ogni donna fare come crede, riservandosi di scegliere, di trattare cioè ogni donna come merita. Ad esempio, non andrà a legare stretta una che esce tutte le sere, ma si regolerà semplicemente considerandola una testa calda, aspettando una donna che il velo “se lo metta per sua natura da sola”. Questa è saggezza.
Fa parte della formazione di un Uomo, quella di imparare a comportarsi con ogni tipo di donna. Il resto è inconsapevolezza, o fuffa libertaria.

Inoltre, sta anche a voi donne saperci fare: inutile che cerchiate di farci ragionare come non ragioniamo. Siate furbe, no? Perché sprecare tempo e dottrina a pretendere che il vostro uomo accetti la vostra libertà sessuale? Non fate prima a usare la sapienza femminile, come le nostre nonne, e farci contenti ed eventualmente anche un po’ coglionati?
Anime pie, direte: “Ma io voglio essere amata per chi sono, col mio vissuto, con le mie scelte!”
Brava, digli di quando maldestramente ti stavi strozzando durante una fellatio. Che risate eh?
Poi vedi la parità.
Poi vedi quanto conta “il vissuto”!
Sarai costretta a trovarti un povero coglione “lei ha i suoi spazi” – che poi ovvio, come uomo fa quel che può, perché se non ha le palle di farsi rispettare spesso non le avrà nemmeno per fare l’amore.
Ecco perché le ragazze che oggi hanno un po’ meno di 30 anni si sentono tanto sfigate: non conoscono l’Arte. Pensano che gli uomini abbiano paura della loro “forza”, o del loro “cervello”, quando la verità è che pretendono l’impossibile e hanno la conseguenza più prevedibile.

No al burqa, ma sì all’ARTE! Forza e Onore.

giovedì 13 settembre 2012

Difesa Personale per Donne a Roma

Sto organizzando, in qualità di psicologo e allenatore marziale, dei seminari in cui tratterò l'argomento della difesa personale per donne, battendomi non solo contro ovviamente la violenza sulle donne, ma anche contro le mistificazioni deliranti di chi coglie l'occasione delle violenze in cronaca nera per fare demagogia contro l'intero genere maschile. Nelle conferenze si parlerà:
- della psicologia dell'aggressore e della vittima;
- delle tattiche per evitare le aggressioni;
- delle tecniche per l'autodifesa

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Vi aspetto!