giovedì 13 maggio 2010

Le salubri Leggi del Guerriero




L'uomo che non è in contatto con il proprio Istinto naturale, generalmente parla un linguaggio fatto di luoghi comuni, amenità politicamente corrette, "valori" posticci o parole-jolly come pace, libertà, democrazia, e altri concetti vaghi e che difficilmente soddisfano il Cuore umano. E' quello che Igor Sibaldi, in modo davvero spiritoso, chiama rumorese: la retorica moderna, più insidiosa di quella del passato, in quanto se prima i perbenisti erano vestiti da perbenisti, ora i perbenisti sono vestiti da progressisti. E' così che finiscono in prima pagina notizie insensate come "Dal Papa un deciso NO alla Guerra." oppure "No all'odio". Sarebbe da prima pagina se il Papa dicesse, affacciandosi dal balcone vaticano: "Massacratevi!". Semmai! Questo è il mesto effetto di una cosa che viene chiamata Civilizzazione, o Democrazia, ma che in realtà è un becero razionalismo imbottito di paure nei confronti delle forze naturali, dell'Animalità più autentica, e soprattutto della forza primordiale del Fallo, della Spada, che nelle culture antiche, per l'uomo vernacolare, è invece proprio l'Axis Mundi, l'Asse del Mondo. Ma per il Guerriero, il Mondo non è l'orto del banale, bensì il teatro della Gloria, della Bellezza, dell'Onore, della Passione. Dell'Amore. Nell'Esortazione cabalistica del mio Angelo Yelahiyah, l'Angelo dice: "Ti ho dato sentimenti forti, legati ad un tempo ancestrale, affinché tu possa facilmente ispirarti agli eroi del passato, e trovare nella Storia la motivazione per porre fine a questo presente senza speranza.". Quel presente non è il Presente del Qui ed Ora, è lo status quo, il ristagno; e quel passato non è 'ciò che è passato', è ciò che è ETERNO: l'appellativo di Yelahiyah è proprio Dio Eterno. In quel tempo ANCESTRALE, ossia primario, fondamentale, elementare, eterno in ogni creazione, c'è l'Autenticità del Guerriero, che è un uomo di PRINCIPIO: sia nel senso di "inizio", sia nel senso di "valore": fedele al Cuore, alla Natura, alle Stelle, il Guerriero non bada ai cavilli burocratici razionalisti, e va nella Vita, genuinamente. Le sue Leggi sono dirette: sono modellate sui fatti dei sentimenti, delle passioni vere, centrate sul baricentro intuitivo della propria identità di Animale, Uomo ed Eroe, nel contesto della propria personale Leggenda. Davanti a una situazione, il Guerriero, lungi dall'essere rincoglionito da sofismi fumosi, agisce mantenendo sempre a disposizione il cuore, la spada e la mano, quella mano che sa essere armata, disarmata, pugno, carezza, aiuto, dono. Se il Guerriero regna, è un Re, e non un burocrate o un diplomatico traffichino; se il Guerriero combatte, sta combattendo, non cerca di edulcorare la cosa; se il Guerriero ama, ama, non inventa strane scuse; se è fedele all'amico, non ha bisogno di spiegare la cosa con teorie sociali. L'uomo rumorese non sa assumersi la responsabilità delle proprie azioni: in una parabola di Osho, l'ipocrita che sorprende il ladro in casa, e lo minaccia col fucile, non dice "brutto figlio di puttana, ora ti disintegro!"- ma dice "sto per sparare, non metterti lì, perché casualmente sparerò proprio in quella direzione, senza volerti male!". Un Guerriero è responsabile delle sue azioni, ed è se stesso in persona anche davanti a Dio, o alla Morte, o alla Madonna. E' Eroe e Guascone insieme, come vedremo in un altro articolo, in quanto la sua natura fondamentalmente giocosa può essere facilmente irriverente. Colui che vive fedele a quel Tempo Ancestrale, sarà chiamato Barbaro e Anacronistico da chi non vive come lui, ma egli sa che la Franchezza nei confronti della Vita non ha prezzo.