Oggi ho scritto questa lettera al Dip. delle Pari Opportunità, in risposta all'ennesima campagna misandrica pervenuta alla mia attenzione.
E' bella lunga, e dice cose che i miei lettori abbondantemente già sanno e... risanno!
Ma giustamente, dovevo scrivere tutto in un colpo!
Forza e Onore!
"Salve,
mi chiamo Daniele Solazzi, sono uno psicologo, un marzialista e un Uomo profondamente impegnato nella questione dei rapporti Uomo-Donna.
Scrivo perché penso che gli uomini non siano quelli che le campagne demagogiche femministe descrivono.
Non siamo quelli da cui continuamente molte pubblicità mettono in guardia.
E non perché siamo "diversi dai soliti maschi", bensì proprio perché siamo maschi.
Più maschi, anzi.
Un uomo per essere grande deve distinguersi FRA i maschi, non DAi maschi.
La società cosiddetta civile e moderna, da qualche tempo ha la perniciosa abitudine di dipingere una società composta di:
- superdonne eroine dolcemente complicate, che sbagliano solo per troppo amore;
- mariti insulsi, retrogradi, maneschi o difettosi, perfino segnati da complessi di latenza gay;
- una casta di uomini 'evoluti', decisamente effeminati, indicati come direzione dell'uomo nuovo.
Contemporaneamente, una scienza darwinista fa di tutto per dare spiegazioni riduzioniste ai comportamenti umani.
Che bel quadretto.
Inutile dire che in questo modo, la demagogia femminista gioca un tantino troppo facile.
Non tiene conto di un po' troppe cose.
Vorrebbero livellare l'intera gamma degli istinti umani, ed eliminare il Maschile, solo per distruggere qualche mela marcia (una sorta di chemioterapia di genere), e non tengono conto del fatto che quelle mele marce non sono rappresentative dell'Uomo.
Ad esempio io (ci metto la faccia, io personalmente), fautore del Maschio Selvatico, del Guerriero, del Padre, dei valori della Cavalleria, uomo tradizionalista e che non esita a definirsi maschilista (nel senso positivo che intendo io), sono profondamente protettivo e amante verso la Donna.
Mentre mi sembra palese che sono proprio le leggi soft, empatiche, pacifiste e garantiste a scarcerare maniaci, assassini, stupratori e quant'altro le larghe maglie di leggi "yin" lascino passare.
Non si è mai sentito un cavaliere, un re, un samurai, un vero maschio d'onore, stuprare o picchiare una donna indifesa.
Non abbiamo bisogno di coltivare un fantomatico lato femminile in noi, per essere migliori: ci basta essere uomini veri, che certe cose le fanno ed altre no.
Sapete cosa disse Rob Roy, eroe scozzese vero padre e vero guerriero?
"L'onore è qualcosa che nessuno può darvi e nessuno può togliervi.
Le donne sono il cuore dell'onore: rispettandole, noi lo teniamo in vita."
- e non era un femminista.
Non abbiamo bisogno di fare mea culpa in quanto uomini, dato che a picchiare e stuprare in gruppo le donne sono proprio uomini insulsi, vigliacchi, antivirili e senza onore, lasciati agire proprio dagli stessi valori malsani di chi con una mano scrive elogi alle qualità femminili, e con l'altra apre la serratura delle carceri.
Che dire dei 'progressisti' Radicali, che sono andati a trovare gli stupratori in galera perché picchiati dai carabinieri "fascisti"?
Chi è dalla parte delle vittime secondo voi? Il "fascista" che umanamente ha un moto di indignazione verso certe cose, o i Radicali che vanno a trovare lo stupratore in carcere?
Si facessero loro, i modernisti, i retorici delle canne e della fuffa ginoide un esame di coscienza.
Per quale motivo non impongono un mea culpa a tutte le madri, quando una madre massacra il figlio?
Perché invece dovrei sentirmi io in colpa, portatore del "germe maschile della violenza", quando un pazzo o un infame con seri problemi sul piano maschile massacra la fidanzata?
Criticano l'uomo italiano come se l'Italia fosse lo Yemen, e intanto non fanno che rammollire l'uomo europeo a vantaggio proprio di altre culture!
Perseguitano i padri separati, ladri di polli, mentre lasciaro uscire di questura assassini veri.
Esortano alla dignità della donna mentre in realtà lasciano le ragazze a drogarsi in discoteca, in compagnia di uomini d'infima lega.
Si sono viste nella Storia e nella Letteratura molte donne prendersi gioco di uomini ingenuamente tronfii (vedi Giuditta ed Oloferne); ma quando il geloso è patologico e le forze dell'ordine non lo arrestano, di chi è la colpa?
Si sono viste ragazzine bugerare un padre bonariamente patriarcale, ma ne ho viste molte perdersi e sprecarsi perché prive del Padre.
Non ho visto nessun femminista o maschiopentito difendere donne vittima di uomini crudeli; in compenso ho visto molti miei amici marzialisti difendere donne insieme a me.
Le ragazze di oggi secondo voi soffrono perché c'è troppo maschile in giro, o proprio perché ce ne è troppo poco?
A giudicare da come sia ai minimi storici la figura paterna, direi la seconda ipotesi!
Io ho sempre protetto le mie donne.
Io, il "maschilista".
Non ho mai mancato di rispetto alla mia fidanzata, alle mie cugine, a mia madre, alle mie amiche e parenti:
io tradizionalista, di Notte aspetto sempre che chiudano la porta dell'ascensore, prima di ripartire con la macchina davanti al portone;
io tradizionalista vado a prenderle ovunque mi chiamino;
io tradizionalista riempio di attenzioni la donna che amo.
So cosa stanno per dirmi: che sono piccole azioni operative, e non grandi operazioni culturali.
Non è vero.
Sono IMMENSE operazioni anche culturali.
Io rifiuto categoricamente la visione basso-politica, sociale, piccolo-sociologica del rapporto fra i sessi.
Io credo al Tao, alla Poesia, alla Spada e al Calice, al Tango, alla Natura, ad Animus ed Anima, e a Shiva che fa l'amore con Shakti,ad Ares ed Afrodite.
Non siamo simili a formiche numerate, impegnate solo ad essere diligenti cittadini asessuati.
Siamo individui, e chi vuole essere, o sente di essere, un individuo di potente e nobile Energia, fa bene a seguire la tradizione.
Chi non vuole esserlo, e chi sente di avere un'energia "mediana", liberissimo: la libertà è sacra.
Ma le cose vanno chiamate col loro nome, e non sbiadite.
Le leggi cosmiche non sono affatto impositive: sono associative: Yin è Yin, Yang è Yang. Puoi averli combinati diversamente dentro di te, ma è una combinazione di cose precise.
Dove le cose non vengono chiamate col loro nome, dove si obietta che il Cielo sia blu e che l'erba sia verde, accade come in quegli aberranti esperimenti sociali in atto nel Nordeuropa, dove ai bambini viene insegnato ad essere asessuati.
Da noi MAI.
Da noi, non avrete mai valori deboli, parole vili, una parità fatta di grigiore e di livellamento ormonale:
da noi avrete sempre cose come:
"Onora gli Dei
Ama tua moglie
Difendi la tua Terra"
E io vedo Bellezza in questo.
Queste, ve lo garantisco, sono cose che fanno sorridere le donne.
Saluti
Dott. Daniele Solazzi"
martedì 19 novembre 2013
mercoledì 13 novembre 2013
"Sto bendetto Satanismo"
Scrivo questo articolo sul cosiddetto Satanismo, soprattutto per buttar giù due righe una volta per tutte a riguardo.
Ogni esperto di esoterismo ogni tanto riceve domande riguardo all’argomento, e puntualmente accade la scenetta:
“Be’, il discorso è lungo… ma cosa intende per Satanismo? Esistono vari modi di…”
“E’ uno tutto strano.”
“Che significa ‘tipo’ Satana?”
(2 giorni dopo, per sms) “Ah no scusa, non è satanista, aveva detto ESOTERISTA.”
Ok.
Poi altre frasi curiose, che riportiamo (esperienza diretta mia anche questa):
- “Conosco tre amici miei che adorano Satana ma sono bravissime persone”
(Ah, bene. Giocate insieme, basta che poi mettete a posto le ostie e il sangue di capra.)
- “Io simpatizzo per Satana ma sostanzialmente a modo mio, credo in Dio ma non nella Chiesa.”
(wow, un vero anticonformista. Ignorante, banale e confuso, ma anticonformista)
- “Il mio ragazzo adora il Diavolo.”
(Dicci cosa fa esattamente. Adora il Diavolo nel senso che ha letto Nietzsche e Milton insieme ed ha fatto un cocktail letterario e si sente un profeta tenebroso, oppure ti ha costretta ad accoppiarti con un ovino mentre lui guardava tutto con un cappuccio da boia? Sono due cose MOLTO diverse)
- “Credo in Satana perché rifiuto la morale religiosa.”
(Ah ottimo. Allora sei proprio cristiano. Gesù era in effetti un tipo scomodo e ribelle, detestato dalle autorità religiose dell’epoca, mentre di Satana c’è pochissima traccia nella Bibbia. Quindi hai sbagliato definizione, sei tecnicamente Cristiano)
Perciò, rimbocchiamoci le maniche, infiliamoci bene la camicia nella cintura e parliamo di questo benedetto Satanismo (ossimoro che noto comico solo dopo averlo scritto).
Ora qui non mi interessa rassegnare la storia del Satanismo o i vari nomi ufficiali di tale credo (ci sono molti libri su questo, che spiegano la sua storia e le differenze fra luciferisti, satanisti razionalisti ecc); ma piuttosto m'interessa chiarire un punto fondamentale:
il problema non è stabilire se il Satanismo sia giusto o sbagliato, ma constatare una certa confusione a riguardo, nell’opinione pubblica e nei satanisti stessi.
Almeno per la maggior parte.
A livello di opinione pubblica, la gente pensa subito alle Messe Nere, a torbidi rituali mangiabambini o sgozzavergini, e alle sette sataniche: per fortuna, e per buona pace di vergini e capre, le cose non stanno del tutto così: esiste tutta una gamma di satanismi, a volte anche molto diversi fra loro.
Quelli delle messe nere e degli scannamenti vari sono in effetti una parte criminale dei satanisti, non sempre nemmeno veri filosofi e spesso gente in cui il pretesto satanico è una sorta di confezione oscura per la pazzia.
Parleremo in seguito dei matti e dei criminali, ora vediamo semplicemente i tipi di Satanismo.
Si possono infatti dire cose pessime in nome di religioni positive, così come si può dire qualcosa di giusto adorando chissà come il Diavolo.
Ma vediamo perciò alcuni spunti dai vari satanismi, e parliamo di ipotetici satanisti “innocenti”, ossia gente che, senza macchiarsi di crimini semplicemente vuole adorare “Satana”.
Noteremo insieme che la grande pecca del satanista odierno non è tanto l’adorare Satana in sé, ma il dire cose che, quando sono giuste, sono in realtà già incluse in altre correnti più valide delle religioni o delle filosofie tradizionali.
Ad esempio:
- Satanisti che credono in Satana come Principe del Mondo:
Sono quelli che dicono “io rifiuto un Dio trascendente e dogmatico, e abbraccio la religione della vita, del piacere, dell’etica puramente umana e della dignità animale. E valorizzo la mia vita terrena, ottenendo beni concreti.”
Bene. Stanno adorando di fatto un Dio epicureo, immanentista, edonista, con una sfumatura di buon selvaggio, non tanto “Satana”. Che bisogno c’è di chiamarlo Satana?
Somiglia un po’, se vogliamo, all’idea che avevano i satanisti islamici, i poco noti Yezidi, una setta mediorientale che credeva in un Dio puramente trascendente ed in un Signore del Mondo immanente, appunto da essi associato alla rivalutazione positiva/neutra del Diavolo.
E gli Yezidi, se vogliamo, riprendevano quelle definizioni neotestamentarie cristiane, che parlano del Diavolo come Principe del Mondo (lo dicono sia Gesù, sia San Paolo), o se preferite, in Greco, Arconte.
In alcuni rituali di Magia, come riporta anche Paulo Coelho in Il Cammino di Santiago, evocare uno spirito guida diabolico sta semplicemente per evocare uno spirito astuto e mercante, esperto delle cose mondane, per avere aiuti contingenti. Un po’ come facevano i Romani col Dio Mercurio, patrono di ladri e commercianti, o i Greci con Hermes, spia per conto di Zeus negli affari sporchi e delicati.
Ma appunto, questa è l’Immanenza, non il Diavolo.
E peraltro, nelle sue forme dialettiche e avvocatesche, il Diavolo sembra più una figura logica e verbosa, che non un Dio sensuale e istintivo alla Dioniso o Fauno.
Come dice a Dante: "Non ti aspettavi che io fossi loico!".
Insomma, questo edonismo immanentista puoi chiamarlo Diavolo come potresti chiamarlo Bubu, o Paperino o Topolino.
- Satanisti da Liceo:
A proposito di Topolino…. C’è ovviamente la folla di quei satanisti alla moda che adorano Satana (o altra divinità, meglio se pittoresca) perché “dai buddhisti c’era fila” (Elio docet) e hanno semplicemente un diario da riempire di scritte.
Inutile dire che in adolescenza si adorano molte figure: Satana, Che Guevara, il cantante del momento o il personaggio di un videogioco. Insomma, se questo non li porta in qualche setta insana o in qualche turba psichica, direi che questi nemmeno possiamo chiamarli satanisti, e liquidarli con un bonario cenno della mano a mo’ di
“E vabbè so’ regazzi….”.
- Satanisti che adorano un Satana letterario o artistico:
Dato il carisma della figura ‘figa’ del Diavolo, e data anche la sua estrema versatilità (sia interpretativa, sia iconografica), si può vedere in Satana un eroe più o meno positivo, vuoi titanista e “tradito dal disegno divino” (Milton), vuoi illuminista (Carducci), vuoi romantica (i molti classici demoniaci, da Dracula ai vari diavoli innamorati, umanizzati o con una coloritura eroica).
Anche nel Metal, in campo musicale, il culto del Diavolo è molto relativo e da prendere con beneficio d’inventario, e vale quanto più o meno la dicitura Diablo sulla Lamborghini omonima, o lo stemmino Mephisto sugli indumenti.
Ma questi non sono adoratori del Diavolo in senso stretto: è un vezzo artistico.
L’eroe Daredevil, locuzione che sta per “scavezzacollo”, si fa chiamare Devil e indossa un costume rosso da diavolo – e mica è satanista.
Senza contare chi intende il Diavolo in senso commediografico, alla Benigni (il Piccolo Diavolo), alla Salemme (il Diavolo Custode), alla Machiavelli (Belfagor Arcidiavolo): lì si parla proprio di un personaggio farsesco, e non di Satana-Satana.
Addirittura, il sopracitato Milton era un puritano, quindi la sua empatia verso Satana era simbolica più che altro. E, a proposito di empatia, ricordiamo Simpathy for the Devil dei Rolling Stones.
- Satanisti che contrappongono il Diavolo alla morale cristiana:
Questi commettono un doppio errore: da un lato, essi raccolgono in un ‘pacchetto moralismo’ Dio, la morale ebraica, la morale cristiana e la morale cattolica. E dall’altra, sopravvalutano Satana come eversore morale, cosa che nella Bibbia non è tanto evidente.
Infatti:
1) A ben studiare la Bibbia, ci sono due forme divine che entrano in scena: Elohim e Yahweh, uno trascendente e uno legislatore. Il Dio sempre oltre e il Dio Geloso. Poi ci sono due ordini di morale: quella mosaica, coi precetti del Sinai e del Deuteronomio, con tutte le regole e regolette (che si possono interpretare più o meno esotericamente) e la morale cristiana, che supera i rituali ed è una morale del cuore. Addirittura, i 10 Comandamenti, letti in chiave esoterica, parlano proprio di libertà e di creatività, e non di moralismo, ma solo di Leggi Cosmiche, come sono leggi cosmiche il Tao o il Karma. Dulcis in fundo, c’è la differenza fra Cristianesimo delle origini e Cattolicesimo. Insomma: quale Dio? Quale morale? Quale Chiesa?
Nemmeno della croce rovesciata ci si può fidare!
-Dato che è uno dei maggior simboli della devozione a S. Pietro, che morì su una croce capovolta.
2) Il Diavolo, purtroppo per loro, compare molto poco nella Bibbia. E quando compare è discutibile stabilire chi sia. Il Serpente dell’Eden è Diavolo in un certo senso; Satana viene a volte presentato come uno degli spiriti alla corte divina, spesso scommettitore con Dio (vedi Giobbe o altri casi famosi); dei demoni anche non c’è una precisa genealogia che li riconduca per forza a Satana com’è inteso oggi.
Perfino quando si parla di Lucifero, ad esempio in San Paolo, il termine sembra palesemente ereditato dalla tradizione di chiamare così il pianeta Venere. Addirittura, quando nell’Antico Testamento si parla della caduta di Lucifero “figlio dell’Aurora” (Isaia, XIV, 12-15) si sta parlando della caduta di un re babilonese, e non di Satana.
Cristo stesso dice nell'Apocalisse (XXII, 16) “Io sono Lucifero”.
Gli antichi chiamavano Lucifero (latino) o Phosphoros (greco) Venere, che a parte Sole e Luna, è il secondo oggetto celeste più brillante dopo Giove, quindi un vice-Giove che si vede soltanto all’alba e al tramonto (essendo un pianeta con orbita più piccola di quella terrestre). Quindi era il nome per un astro appena sotto Giove, il cui splendore era limitato o “subordinato” a questi. Fortuna Major-Giove, Fortuna Minor-Venere.
Di qui l’usanza di paragonare Lucifero-Venere a personaggi “numero 2” per qualche ragione.
Insomma, è farraginoso andare a ravvisare la figura del Diavolo come la intendiamo oggi nella Bibbia. C’è più documentazione invece in leggende persiane (Ahriman) o arabe (Iblis, Angelo ribelle per non aver voluto adorare l’Uomo; diverso dai jinn che sono demoni-genii del Fuoco).
Per cui, dopo aver domandato “Quale morale?” dovremmo ben dire: “Quale Diavolo??”.
Come scrisse il mio maestro Igor Sibaldi, dire di essere Satanista è come dire di riconoscere solo un capitolo di Guerra e Pace: o hai validi motivi per adorare solo quel capitolo, oppure non ha senso.
- Satanisti che credono in divinità della Natura precristiane:
Di nuovo: se sei già pagano e adori Kerunnos, il Dio Cornuto dei Celti, o il greco Pan, perché scomodare il Diavolo? Sei pagano, fai il pagano. E oltretutto, ci sono leggende e figure sincretistiche fra Cristianesimo e Paganesimo, come San Cristoforo o Eisenhans, che avvicinano o identificano immagini di santità cristiana con l’Uomo Selvatico: onde per cui non solo questa idea del ‘Diavolo’ non è spiccatamente satanista, ma è addirittura per certi versi cristiano-sincretica.
Senza contare l'evidente analogia su molti aspetti di Dioniso e Cristo.
Potremmo dire efficacemente che il neo-satanista trova in tutto ciò PAN per i suoi denti!
- Satanisti che adorano qualcosa di simile al Diavolo nel contesto di un sincretismo:
è il caso degli adepti della Santeria, del Candomblé, del Voodoo e di culti che, al loro interno, presentano somiglianze almeno suggestive, o esteriori, formali, con l’idea di pratica satanica.
Ad esempio, nel Candomblé haitiano, fra i vari Orishà (divinità locali) c’è un certo Exu (Eshù) che per certi versi ricorda il Diavolo, per altri Hermes, o il Loki scandinavo, o il Trickster (briccone divino).
Però Exu non è davvero come il Diavolo cristiano: infatti il suo potere permea, secondo la loro teologia, alcuni fenomeni naturali, alcuni elementi, animali, azioni ecc, qualificandolo in un pantheon con una dignità cosmica maggiore di quella di Satana.
Però va detto che questi culti, come la Santeria, sono poco attendibili come teologie: magari hanno il loro fascino e perfino una loro bontà, ma consistono di per sé in culti importati dall’Africa, mescolati con culti locali del SudAmerica, e anche con una serie di superstizioni e associazioni ideali fra folklore e Cristianesimo. In questa profusione di Madonne, rosari, Orishà, Tabacco, Rum, bamboline chiodate e gallinacei variamente impiegati, è difficile tracciare linee teologiche vere e proprie.
Ribadisco: non ho nulla contro il Candomblé (l’ho anche studiato con interesse per un periodo), ma non è proficuo portarlo ad esempio teologico.
E quindi, anche il semi-satanista voodoo fa prima a dirsi voodoo che satanista.
- Satanisti che adorano Satana come principio di “perdizione che conduce alla liberazione”:
Sono quelli che chiamano Satanismo una via spirituale perigliosa e immanente/trascendente, in cui le stesse forze che conducono al Peccato o alla perdizione, possono se ‘cavalcate’ condurre alla Salvezza o all’Illuminazione.
Perfetto. E’ il Tantrismo, non serve chiamarlo Satanismo (o Bubu, come dicevamo).
Infatti nella famosa Via della Mano Sinistra è proprio così.
“Con la Passione ci si lega al Mondo, e con la Passione ci si libera” (Hevajra Tantra)
Trasformare il veleno in farmaco e compagnia bella. Appunto, è già il Tantrismo.
Tutta la serpentaggine dell’idea è stata già spiegata nella Kundalini, nel rapporto fra Shiva e Shakti, eccetera. Anche qui, nessuna novità ‘satanica’.
- Satanisti “alchemici”:
Sono quegli studiosi di occultismo che hanno un’idea del Diavolo correlata a particolari simbolismi alchimistici, tarologici o comunque ad un’iconografia simbolica di questa radice. Possono spiegarti la differenza fra Diaballein e Symballein (il Dia-volo divisione, il Sim-bolo collegamento). Possono girare per la strada con un anello d’argento a forma di Bafometto, e se chiedi loro perché hanno un demonio sulla mano, ti faranno un trattato di Alchimia e Cabala, e ti mostreranno anche il ciondolo Rosa+Croce o il Rebis androgino sull’altra mano.
Semplicemente, si tratta di studiosi ispirati a Wirth, a Jodorowsky o a maestri simili, che 9 volte su 10 col satanismo comunemente inteso non hanno niente a che fare.
- Satanisti settari:
Ecco, nel caso delle sette sataniche, bisogna prestare attenzione alla gravità praticamente ex aequo delle due parole: SETTA-satanica. Per l’esser setta, parte già male. Sono pericolose le sette di qualunque tipo, da quelle cristiane a quelle massoniche a quelle ispirate a Gurdjeff: il fatto che sia satanica vi aggiunge più che altro il rischio di pesanti equivoci filosofici e dottrinali alla base, se non una pretestuosa copertura occultistica per mere azioni criminali (nelle sette, tutte, il plagio è norma).
Io consiglio di evitare in generale le sette, e parliamo in breve dell’aspetto criminale:
- Satanisti “acidi” o criminali:
Per la legge è lo stesso se uccidi in nome di Dio, di Allah o di Satana o di Quirino: una volta che hai ucciso un tizio per immolarlo al Diavolo, in galera puoi tranquillamente rimanere delle tue idee circa la tua personale religione.
Legalmente parlando, non frega niente a nessuno di te come filosofo.
‘In cuor tuo’ puoi adorare chi vuoi, basta che non rompi le palle, per la legge: fa parte del concetto di Stato laico.
In effetti, si può uccidere per svariati Credo; unica differenza è che, ovvio, il culto di Satana presta intuitivamente il fianco al fanatismo o alla pazzia di un matto, che può trovarvi pretesti o incentivi per le sue tendenze dovute già a pazzia, droga o altri disturbi.
Per quanto si possa uccidere in nome di Gesù, queste cose andavano di moda qualche secolo fa, e oggi uno psicopatico in vena di sgozzamenti difficilmente troverà comprensione in un gruppo di ciellini o di evangelici pentecostali. Invece potrà trovare una leccornia di idee nel Satanismo estremo.
Quindi in questo caso non è di aiuto tirare in ballo la teorica validità filosofica dell’Alto Satanismo, perché il soggetto avrà agito o con un semplice pretesto religioso (su una base di pazzia sua) o addirittura, per chi ci crede, invasato da forze che era meglio non andare a disturbare.
E qui veniamo all’argomento:
Oltre all’equivoco filosofico, c’è un altro pericolo annesso alla pratica cosiddetta satanista:
vuoi per l’inevitabile “rivolgersi in basso” del Satanismo (come che sia), vuoi per il quasi immancabile corollario di nozioni spiritiche, pratiche magiche varie e apertura alle forme a-morali, estatiche e promiscue di ritualità, è molto facile che il satanista vada a svegliare materiale psichico di antipatica gestione.
NOTA: Quando parlo di a-morale mi riferisco qui alle tendenze nichilistiche e caotiche di alcune dottrine, e non alla sovra-morale dei livelli superiori delle religioni.
E’ noto che la differenza fra Magia Bianca e Magia Nera (ma anche Rossa) o fra Teurgia e Magia Goetica, sta non tanto nelle leggi di base quanto nell’affidarsi a circuiti e carburanti (per usare una metafora motoristica) più o meno salubri.
La metafora da meccanico è utile: non esiste una Meccanica Bianca e Nera: la Meccanica in generale spiega come funziona una macchina, poi a seconda della buona coscienza del meccanico, si può mettere in strada un veicolo ben montato, o un pericoloso bolide alimentato male, col motore assemblato male, che va velocissimo ma rischia di fondere o esplodere al minimo errore del pilota.
E’ lo stesso per la Magia e per le pratiche spirituali.
Diciamolo in due ‘versioni’, una soft per gli scettici, e una a formula piena, papale papale (letteralmente):
- VERSIONE SOFT
Chi pratica rituali o di Magia Nera, o di Satanismo, o di qualsiasi Via che si rifà a forze “infere” in senso anche simbolico (ad esempio, il Voodooo), facilmente (non sempre) può andare a smuovere propri complessi psicologici, tendenze caotiche, o anche una semplice bassezza di mire. Per dirne una: l’esaudimento di desideri malposti o vili, che nella preghiera e nella Magia bianca sono soggetti a filtri di perfezionamento molto astuti. Invocare uno spirito per ottenere beni ingordi o di bassa lega, o il male di qualcun altro, o un legamento d’amore (tutte cose proibite in Magia Bianca), anche senza parlare dell’efficacia di tali pratiche, anche solo su un piano razionalista, si correla sempre a cattive disposizioni d’animo. Prova ne è la fragilità psichica che conduce ad affidarsi a certi stregoni di dubbia levatura, ed anche la fragilità con cui si riparte da loro.
- VERSIONE PIENA
Chi pratica rituali di Magia Nera, Satanismo o di qualsiasi Via che si rifà a forze “infere” (tipo Voodoo), spesso va a richiamare spiriti, forme-pensiero, non dico Satana in persona, ma anche umilmente la robaccia psichica di un gruppo, un egregoro di qualche sorta, attirandosi nevrosi, psicosi o problemi di varia natura.
Come disse Padre Nanni, un esorcista molto in gamba che ho avuto il piacere di incontrare tempo fa ad una conferenza, "fare affari col Diavolo è come fare affari con la Mafia."
Per cui, concludiamo dicendo che quando si parla di Satanismo, si parla di molte sfumature: nel migliore dei casi, si tratta di cose o già dette da altre dottrine (motivo per rifarsi ad essere, visto che sono più complete) o fraintese. Nei casi peggiori, si tratta di cose buttate su un piano che esula dal Satanismo “filosofico”, per andare sul piano del settarismo, della criminalità o dell’invasamento.
Io personalmente non sono Padre Amorth: se ti piace l’anello col Bafometto posso trovarlo figo anch’io; se cominci con le immolazioni di capre, più che altro per il bene della capra, ti consiglio di sorvolare....
Importante: sapere di cosa si sta parlando!
Vi suggerisco anche qualche cenno bibliografico in estrema sintesi:
Leggete per bene:
Igor Sibaldi;
i libri di Massimo Introvigne;
i classici 'oscuri' Anton La Vey e Alesteir Crowley, ovviamente (per sapere almeno cosa dicono);
J. Evola (specialmente a riguardo ad es. "Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo").
E naturalmente le Scritture sacre del Mondo, a patto di farlo con una buona esegesi.
Forza & Onore amici!
A presto
Antares Y
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