Decisamente tanto.
In questa epoca, infatti, il livello di omofobia è ai minimi storici, checché ne dica l’Arcigay, ma il punto è che se ne parla. In altre epoche e civiltà, infatti, sia che ci fosse più tolleranza (antica Grecia), sia che la cosa non fosse proprio considerata, di fatto dell’argomento “omosessualità e omofobia” si è discusso meno che oggi, qui.
Certo la cosa è confusa: a cominciare dal termine improprio che la designa.
“Omofobia”, tecnicamente, significa “paura del simile”, il che non c’entra granché: se si volesse dire “odio per l’omosessuale”, si dovrebbe dire qualcosa come “miso-omoerotismo”.
E poi ci sono altri equivoci e luoghi comuni: ad esempio, l’omofobia della Chiesa.
Ѐ un equivoco simile a quello sulla caccia alle streghe: così come pochi sanno che il record dei roghi di streghe spetta ai Protestanti, e non ai Cattolici, allo stesso modo pochi sanno che non spetta al Papa il record dell’omofobia. Infatti non è il Cattolicesimo a opprimere la gente per sport, coi suoi tabù bonari e quasi mai rispettati, ma in verità tutte le principali religioni hanno dei tabù e delle regole sessuali. A cominciare dal Buddhismo, che è una Via molto severa, a dispetto dell’antinomia “Papa Bigotto VS Dalai Lama Figo”: proprio il Dalai Lama ha recentemente ribadito il suo deciso “no” all’omosessualità. E parliamo degli “alternativi” buddhisti! Se poi parliamo dell’Islam, il divieto è ancora più inequivocabile e perpendicolare.
La cultura moderna blatera di varie cose, ed è ora di spiegare una volta per tutte PERCHE’ le religioni e le tradizioni antiche sembrano avercela con l’omosessualità.
Perché in effetti, a spiegarlo non sono due-tre esaltati nazisti: il teorico sull’omofobia non è certo Svastichella, ma ci sono varie teorie che spiegano per quali motivi le tradizioni sono prevenute sull’argomento: dalle scuole esoteriche del passato, alla Psicoanalisi.
Insomma, fra i due litiganti, è ora che le tradizioni si rimbocchino le maniche e dicano:
“Ragazzi, allora: adesso ve la spieghiamo noi”.
Cominciamo da un punto fondamentale:
Le leggi delle Tradizioni spirituali non sono comandi, ma Leggi di fatto.
Ѐ importante distinguere queste due cose: una scuola spirituale, come può essere il Buddhismo, il Cristianesimo, o la scuola dei Misteri Egizi, o la Torah, e così via, non dà ordini: esprime leggi di Natura. Se io dico “l’incudine sul piede fa male”, non è in atto un’oppressione del diritto di darti l’incudine sui piedi: semplicemente, ti sto dicendo che funziona così. Puoi anche provare. Liberissimo. Sta di fatto che, ad una distanza di un metro, nell’impatto ferro-piede, vince il ferro!
Considerare le regole tradizionali delle ingiuste ed astratte bigotterie, è tipico dell’ignoranza progressista, che da sempre poggia su basi culturali discutibili, e su un totale (e tabuista) rifiuto della saggezza antica. Ne è un esempio il Comunismo, che vorrebbe buttare al cesso millenni di Sapienza ancestrale bollando le religioni come “oppio dei popoli”, tout court.
Detto questo, ora vi spiego punto per punto che cosa gli antichi criticavano dell’omosessualità:
Il Papa e il Dalai Lama hanno parlato di “intrinseco disordine”, cioè secondo loro il sesso gay è di per sé qualcosa di energeticamente scomodo e malposto. Questo non significa che si debba perseguitare chi lo fa: significa solo che non è salubre, così come tante al tre cose, come ad esempio bere superalcolici, o camminare sulle mani, o nutrirsi sempre e solo via flebo anziché per bocca.
Non esiste un comandamento che dice di non camminare sulle mani. Però non si sa perché dovresti farlo – questo dice il religioso. Tecnicamente, “puoi” fare quello che vuoi.
Anzi, esistono delle Vie spirituali “della mano sinistra”, che si basano proprio sull’estremo e su energie pericolose: al limite, potrà anche l’omosessualità essere inscritta nelle vie “sinistre”, e avere una sua dignità spirituale. O anche, rientrare nell’ “Ama e fai quel che vuoi” agostiniano.
In ogni caso, va accettata l’idea che esista un disordine nella cosa, anche rispettabile, ma disordine, taoisticamente parlando.
Del resto, la parola "peccato", che vale anche come "malattia" in Aramaico, HETE', significa "un trauma dovuto ad un eccesso di Anima malriposto": un disadattamento, diciamo. Nulla di troppo moralistico, anzi, soprendentemente psicoanalitico.
Del resto, la parola "peccato", che vale anche come "malattia" in Aramaico, HETE', significa "un trauma dovuto ad un eccesso di Anima malriposto": un disadattamento, diciamo. Nulla di troppo moralistico, anzi, soprendentemente psicoanalitico.
Anche in Astrologia, ad esempio, dal Tema Astrale del soggetto noi possiamo vedere i gusti sessuali e l’eventuale omosessualità, ma questo si evince sempre dalla presenza di aspetti astrologici conflittuali, o come si dice in gergo tecnico, “pianeti lesi”. Il che non significa “malvagi”, ma semplicemente: “ostici”. Ad esempio, un uomo con Marte in Bilancia quadrato a Plutone, e opposto a Venere in Ariete, avrà una virilità atipica e conflittuale, ed una visione combattiva e viriloide della donna. Questo ovviamente comporta una “inversione di valori” che ha sì diritto di esistere, ma che inversione è, di fatto.
Infine, l’obiezione per cui anche gli animali hanno amplessi omosessuali è labile: infatti non solo è curioso che i progressisti tirino in ballo le bestie, quando non lo fanno per altre cose (la violenza, ad esempio), ma inoltre non è stata dimostrata la portata dell’omosessualità animale: ad esempio in alcune specie l’atto omoerotico non è omoaffettivo, ma puramente gerarchico.
2 – Il paradosso e la bassa polarità:
In una coppia gay, esiste inoltre questo paradosso: un omosessuale che si innamora degli uomini vorrà vicino un uomo-uomo, e non un altro gay. Anche se esistono omosessuali effeminati ed omosessuali mascolini, la polarità energetica di due uomini (o due donne) resta comunque lontana da quella che può sprigionarsi fra un essere Yin e uno Yang a pieno titolo.
3 – La differenza fra lesbismo e omosessualità maschile:
Anche i due pesi e due misure che esistono fra gay e lesbiche hanno dei fondamenti antichi e psicoanaliticamente logici: secondo gli schemi energetici della Medicina Cinese, del Taoismo, o anche della Cabala, l’amore omosessuale comporta danni energetici come vedremo fra poco, ma nel caso delle lesbiche questi danni sono più a lungo termine, mentre nell’uomo il danno è più precoce.
A parte questo, va anche detto che la virilità, a differenza della femminilità, vive anche di ostentazione e, come tutte le qualità ‘verticali’, si impone fieramente e non è una condizione orizzontale priva di sfide. Ecco il vero motivo (e non il banale stigma sociale) del fatto che “frocio” è un insulto, mentre “lesbica” non lo è, o lo è molto meno. Ѐ lo stesso motivo per cui una donna può essere debole senza rimetterci la faccia, e un uomo deve dimostrare forza. Sono stili simbolici.
4 – Entropia sociale e Omosessualità:
Non a caso, come fa notare Julius Evola in Metafisica del Sesso, l’omosessualità e la sua ostentazione sono più pervasive nelle epoche e nelle culture in fase di decadenza, come accade alla famosa “perdita di valori” ed altre forme di “dissoluzione”. Non c’entra moltissimo la perdita del tabù: non è solo un “uscire alla scoperto”, è proprio un gemellaggio fra Indifferenziato e Androgino.
Ѐ abbastanza intuitivo: l’omosessualità, la bisessualità, e tutte le forme “miste” e indefinite, sono in primo piano nei contesti dove l’energia maschile-Yang è guardata con diffidenza. Infatti, quando Maschile e Femminile si amalgamano e la situazione diventa paritaria, indifferenziata e liquida, non è il Femminile a rimetterci, ma il Maschile! Cioè: una società votata alla fluidità, alla parità e alla perdita di riferimenti, anche volendo integrare Maschile e Femminile, lascia prevalere il Femminile.
Lo spiega anche Costanza Miriano nel suo più recente libro.
Ecco perché non solo l’omosessualità, ma anche in generale tutto ciò che è indefinito, passivo e androgino è contrastato simbolicamente dal Potere: non per insensata oppressione, ma perché l’Uno-Maschile, cioè il Re, è per sua natura un principio solare e verticale, inconcepibile in altre forme (vedi anche lo studio su Patriarcato e Potere di Claudio Risé).
Quindi, spiegati questi 4 punti, possiamo concludere che non c’entra niente l’omofobia, o la libertà del singolo: sono cose che i religiosi dicono per motivi “tecnici”.
La mia opinione? Mah, sinceramente me ne frego.
Da buon anticonformista, io amo considerare le cose di testa mia, e di cuore mio, e di pancia mia, senza dar retta agli allarmisti di un campo o dell'altro. Francamente:
- Non sento alcun bisogno di perseguitare i gay, per semplice disinteresse: perché mai dovrei prendermela con i gay? Quando uno mi chiede “Tu sei contrario ai gay?”, mi suona balzano come se mi dicessero “sei contrario a quelli che fanno la verticale?”;
- Non sento alcun bisogno di difendere i gay, che in quest’epoca sono anche troppo, e malamente, difesi: infatti i moderni insistono su battaglie obsolete a dar contro ad un’omofobia ormai ridotta a pochi Svastichella sparuti, quando i gay sono liberamente dappertutto. Per giunta, dico ‘malamente’ anche perché li difendono socialmente, e non in un senso più mitologico e profondo.
- Reputo giusto invece rivalutare la mitologia della figura del Diverso, conferendogli una dignità simbolica: l’Androgino, l’Uomo di Confine, la Soglia, il Dionisiaco, il Diavolo dei Tarocchi che ha seno e genitali maschili, va tutto bene ma non in senso socio-politico, in senso mitico. Almeno avrebbero slogan più forti di qualche lagna sull’uguaglianza.
- Reputo giusto, parimenti, non dare troppa corda alle rimostranze gay per tre motivi molto semplici: 1) culture davvero omofobe sono altre, 2) un vero ribelle non si lagna, agisce: non tira le gonne a Mamma Società per avere il permesso: è il Diverso, santo Dio, lo facesse bene; 3) oggi c’è un grosso complotto contro l’energia Maschile, e quindi dietro alla difesa dei gay esistono biechi disegni per sminuire la figura del Maschio classico, quindi bisogna stare attenti agli omofili troppo zelanti, perché potrebbero fare il gioco del male-bashing. La società odierna è fin troppo effeminata, se dovessimo ANCHE farci carico della difesa dei gay sarebbe troppo. Piuttosto, come accade per la difesa delle donne, basterebbe l’Onore a impedire ad una società forte di perseguitare i gay.
- Reputo eccessiva la coda di paglia dell’opinione pubblica sull’omosessualità, così come anche i tentativi sdrucciolosi di “cambiare la cultura” radicalmente: in fondo, in mancanza di omofobia, uno Svastichella se la prenderebbe comunque coi rosci, con gli ebrei, o con i barboncini, non è la questione dell’essere gay o meno. Così come un uomo illuminato, anche fallocrate, sa essere nobile e paterno se scopre che il figlio è gay. Senza nessun bisogno di “cambiare la cultura” non si sa bene come, perché e in che cosa. Anche in cultura dove l’omosessualità era largamente accettata, come in Grecia o in alcuni periodi di Roma, c’era sempre e comunque un istintivo deridere il passivo, per innata ostentazione del Maschile, del tutto ineliminabile e naturalmente sensata. Di qui a perseguitare, c’è molto passo da compiere, e non accade per forza.
- Reputo giusto lasciare le Religioni dire la loro: il Papa dice quello che vuole. Che poi, se fosse un Imam arabo non lo criticherebbero così tanto ad ogni pie’ sospinto, vero?
- Reputo infine DANNOSISSIMA l’ideologia moderna dell’incitare all’outing gli adolescenti, cosa antiscientifica oltre che fanatica: perché dovrebbero sapere, questi soggetti, che nell’adolescenza ci sono fasi e fasi, e non si può fissare in un outing qualcosa di così delicato.
- Reputo anche sbagliato demonizzare uomini come Joseph Nicolosi, il famoso psicologo del NARTH che "guarisce i gay": non va a prenderli a casa per convertirli! Sono loro (alcuni) che lamentando un problema vogliono superare alcune cose. Punto. Del resto, la società civile ha un gran parlare su quanto si debba reprimere e correggere una serie di cose (la violenza, ad esempio): perché solo quando la cura riguarda l'omosessualità, tutti devono essere contro? Quando un transessuale vuole "correggere" il proprio corpo, i progressisti sono tutti d'accordo, anche se i dati statistici suggeriscono che dietro un caso di transessualismo non ci siano sempre e solo amene inclinazioni di gusto, ma anche storie molto traumatiche. Però, la "violenza" del trans piace ai modernisti, mentre il Narth no. Allora sono i progressisti a voler pontificare sulla vita della gente, come al solito.
- Reputo anche sbagliato demonizzare uomini come Joseph Nicolosi, il famoso psicologo del NARTH che "guarisce i gay": non va a prenderli a casa per convertirli! Sono loro (alcuni) che lamentando un problema vogliono superare alcune cose. Punto. Del resto, la società civile ha un gran parlare su quanto si debba reprimere e correggere una serie di cose (la violenza, ad esempio): perché solo quando la cura riguarda l'omosessualità, tutti devono essere contro? Quando un transessuale vuole "correggere" il proprio corpo, i progressisti sono tutti d'accordo, anche se i dati statistici suggeriscono che dietro un caso di transessualismo non ci siano sempre e solo amene inclinazioni di gusto, ma anche storie molto traumatiche. Però, la "violenza" del trans piace ai modernisti, mentre il Narth no. Allora sono i progressisti a voler pontificare sulla vita della gente, come al solito.
ALTERNATIVE: UTOPIA
In base a tutto ciò, in una mia società ideale, diciamo così, il potere resterebbe macho, e la cultura omosessuale non sarebbe perseguitata, ma avrebbe il suo ambito dignitoso. E i religiosi, mantenendo l’occhio alle leggi cosmiche ed energetiche, potrebbero trovare altri ambiti e metodi per gli omosessuali: ad esempio, nel Taoismo alcune pratiche sessuali sono adattate per la coppia gay. Il che non contraddice la Legge Cosmica, ma semplicemente adatta con degli accorgimenti la pratica per non renderla dannosa. Peraltro, sempre in una mia società ideale, non si discuterebbe ne’ sulla virilità del potere, ne’ d’altronde sull’onore nei comportamenti: quindi il relativismo su natura e cultura sarebbe troncato con un deciso "Taci!", però un esaltato che massacrasse il gay sarebbe punito per la sua insensata violenza. E sarebbero visti di buon occhio istituti di Psicologia e Meditazione atti a verificare se, dietro l’omosessualità di una persona, ci siano genuine inclinazioni o traumi, offrendo una gamma di ascolto che va ben oltre il semplice diritto di outing.
Parimenti, al padre che soffre per la scoperta del figlio gay, andrebbe offerta comprensione, senza voler forzare la sua idea di uomo-uomo, e le sue comprensibili speranze di un figlio virile e gagliardo: semmai, quel padre potrà essere aiutato ad accettare la natura del figlio come una variante del Maschile (lo penserà “frocio come Alessandro Magno”, al limite), e soprattutto potranno spiegargli che la virilità del figlio non dimostra nulla della virilità del padre, quindi lui ha la sua vita, e il padre la sua. Ma senza voler fare violenza alle idee di un uomo, come oggi: oggi se appena parli leggermente male dei gay, o se ti arrabbi per l’outing di tuo figlio, hai tutti addosso.
Un momento! I diritti sono i diritti di tutti, pure il padre avrà diritto di ascolto, no?
Così come, nell’educazione dei giovani, ci sarebbe un forte incentivo alla distinzione fra Maschile e Femminile, ma al tempo stesso ognuno sarebbe libero di trovare, con questa chiarezza, la propria strada. Il che non significa obbligare nessuno, ma semplicemente “questo è lo Yang e questo è lo Yin, e non si discute – poi, tu fai le tue alchimie come vuoi. Questi sono Fuoco e Acqua: la pasta che ci vuoi bollire sono fatti tuoi, ma nessuno ti confonderà le idee dicendo che l’Acqua non è Acqua e il Fuoco non è Fuoco”.
- e così via. Ricordate sempre, in linea di massima, che una società forte è in grado di difendere le minoranze, anche dietro una patina di machismo, meglio di una società liquida che, dietro l’alibi dell’apertura, genera nevrosi e confusione.
Forza e Onore, amici!