Buon Natale, amici!
Che il Sol Invictus ci ispiri l'Arte del rinascere, del Vivere, dello Splendere e del Cuore.
Come disse Re Artù:
"Che Dio ci conceda la capacità di riconoscere il Giusto,
la Volontà di sceglierlo,
e la Forza di conservarlo. Amen!"
sabato 25 dicembre 2010
venerdì 10 dicembre 2010
Smargiassate - un po' leoni e un po' galli, semplicemente uomini

Come ho scritto anche nel post "Cedete lo passo": un punto fondamentale della psicologia maschile è questa cosa che può essere chiamata in vari modi, in una gamma che va da Onore a Orgoglio a Fanfaronaggine, ma il succo è: il Maschile necessita di preminenza, di competizione a buon fine, e soprattutto di soddisfazioni simboliche. Significa che, mentre il Femminile cerca la sua soddisfazione, la sua vittoria nelle soddisfazioni affettive/venusiane (della serie "Sarò anche meno giovane di te ma ancora mi guardano"), lo Yang, il Mascolino, cerca una soddisfazione che significhi Gloria, Vittoria, Rispetto. Basta osservare come, in Natura, le lotte fra maschi siano altamente ritualizzate: Edward Goldsmith (il padre del pensiero Ecologista) scrive di come in uno scontro fra due tori, di cui uno con un corno vistosamente spezzato, veniva rispettata stranamente una sorta di "simulazione teorica" di incornate, quasi fosse più importante l'esibizione scenica che non la mera efficacia delle armi. E direi: alla faccia del Darwinismo più ostinato! Anche fra lupi, è difficile che si ammazzino fra maschi: mentre le femmine aggrediscono per difesa o per fame (e allora vanno alla gola, e uccidono), due lupi tendono a stabilire una resa, ossia chi getta la spugna lo dichiara, punto. E va bene così. Perfino certe divinità maschili, nella Mitologia, si adirano e cercano prove di devozione che alla fine sono soddisfatte con gesti simbolici, da parte dell'Uomo, lasciando emergere l'indole bonaria del Dio che dice "Ok, mi adorate. E allora faccio rispuntare il Sole e l'Arcobaleno.". Insomma, tornando all'umano di tutti i giorni: siamo sbruffoni, che sia fra Samurai o fra borgatari. Questa tendenza non va soppressa, soprattutto nel bambino, che è istintivamente vicino alla natura mitica della Psiche, dell'Io, del Sé! Il bambino gioca agli eroi, non c'è niente da correggergli. Semmai, c'è da insegnarli a farne Onore e non vuoti atteggiamenti gradassi, o peggio prepotenza crudele. Ma ce n'è di strada fra queste cose, checché temano educatrici e maschipentiti: ad esempio, il problema del 'bullismo' sarebbe maggiormente risolto se i ragazzi avessero dei riferimenti virili nella loro educazione: vale a dire, NON qualcuno che dica al ragazzo
"Non devi fare così, perché la Violenza non è mai giusta" (che è una presa di posizione chemioterapica: devitalizzi tutto, per distruggere una parte maligna),
ma bensì, meglio:
ma bensì, meglio:
"Non è questo il modo di essere Uomo. Te ne mostro uno con più coglioni.".
Non 'meno aggressività', ma 'migliore forza'. Caro ragazzo, il gallo del pollaio fallo con chi va a rompere le scatole alla tua ragazza, ma certo se te la prendi col debole, o col timido, che dimostri? Qual è la soddisfazione simbolica? Sii davvero cazzuto. Non per finta.
La stessa parola "Bullismo" è inappropriata:
La stessa parola "Bullismo" è inappropriata:
il BULLO ROMANO è in origine una figura popolare, letteraria, teatrale, tipica del folklore romanesco (a Napoli c'è il Guappo): è il giovanotto fiero, un po' spaccone o fanfarone, ma di buon cuore, che è di osteria, di donne e di duello, ma pone il marchio del Rispetto, dell'Onore e della parola data sopra ogni azione e ogni patto. E' una figura positiva! Non è un criminale. E' Meo Patacca, è Er Più De Trastevere, e così via. Addirittura, il termine Bullo comparve per la prima volta nel 1583 nel libretto di una commedia veneziana che descriveva le avventure iperboliche di Sier Ragno Bule (Ser Ragno il Bullo), raffigurato nell'allegoria popolare con molte braccia armate e descritto come battagliero, fanfarone, tempestoso e donnaiolo. Il Bullo mitologico, dipinto come le divinità indiane dalle molte braccia! Una figura mitica, dunque. Quindi, per favore: dignità alle parole. Una cosa è Meo Patacca, una cosa diversa è il criminale! Il bullo difende i deboli, e un vero bullo all'antica, di fronte al sopruso e alla vigliaccata, sfida a duello il malvagio.
E questo riguarda molti ambiti, anche l'educazione sentimentale: un uomo viene accusato di ogni sorta di colpa in amore (dobbiamo farci l'abitudine), ti diranno che:
se sei geloso sei insicuro,
se sei troppo geloso fai venir voglia di farti le corna,
e se non sei geloso pure fai venir voglia di farti le corna per vedere come reagisci,
e se sei uno spirito libero sei immaturo,
e se sei troppo attaccato sei immaturo,
e se hai fatto a cazzotti sei uno che ha bisogno della violenza per farsi capire,
e se sgommi con la macchina hai un complesso fallico,
e se ... Insomma, parecchie azioni maschili sono considerate inappropriate, da rieducare: come al solito, inutile perdersi dietro i cavilli femminili: bisogna conoscere se stessi.
Da quando è nata anche la categoria criminologica dello stalking, inoltre, ancora altri atteggiamenti normali vi vengono buttati dentro al minimo cenno di possessività, o rabbia, o riconquista. Per Fortuna, esistono giudici e giudici, e spero che la maggior parte sappia distinguere fra uno psicopatico persecutore e omicida (che deve sparire di scena ovviamente) e un uomo che cerca la propria amata o che va a litigare col rivale senza ucciderlo.
NOTA BENE: Paradossalmente, comunque, sono proprio le stesse leggi che tanto criminalizzano il Maschile, a lasciar poi liberi gli psicopatici omicidi, per cui da un lato vogliono rompere le palle ai gelosi sani, e dall'altro premiano i gelosi insani: le leggi ambigue della modernità se la prendono ferocemente col cornuto che va a fare la smargiassata sotto casa del rivale, però quello che ha pugnalato la fidanzata si fa solo poco carcere coccolato da preti e psicologi, e poi torna a uccidere. Idem dicasi per altri reati: nella cultura buonista magari al ragazzo che va a prendere a pugni la porta della fidanzata che lo ha mollato scatta l'accusa di stalking, ma lo stupratore più abietto forse viene difeso solo perché clandestino, o perchè "non siamo in uno Stato fascista", o perché i Carabinieri esasperati lo hanno gonfiato di botte in caserma. Allora molto meglio la cultura antica: il duello d'Onore è un diritto, dice l'antico, ma se te la prendi con la donna hai biasimo, galera e forca, e se la violenti sei reputato infame e punito. Ideale per difendere l'Onore, e ideale per difendere le donne!
Ma andiamo avanti: dicevo insomma: lasciateci le nostre smargiassate. Sono nel nostro DNA. Siamo un po' leoni, un po' galletti, un po' sgommatori di ruote, un po' filosofi. Ed è una bella cosa!
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