giovedì 19 dicembre 2013

Babyprostitute e deliri limitrofi



Il mestiere cosiddetto 'più antico del mondo'
(ma anche il cacciatore in fondo può esserlo)
Però anticamente, vittime o no, non se la
tiravano da impegnate come oggi.

Questo articolo non è un'indagine sul fenomeno della prostituzione minorile in sé (che è complesso ed è già trattato da varie pubblicazioni tipo per tipo), ma un articolo su quello che si scatena in TV quando si affronta l'argomento.

Ogni volta che si parla in TV di baby-prostitute, si assiste ad una ridda di cose alquanto irrazionali: gli elementi del minestrone sociale sono:

- Uno scarso o labile inquadramento legale del problema:

Si parla di prostituzione minorile? Si dovrebbe parlare perciò di minorenni.
No: puntualmente parlano anche di 18enni, 19enni e gente che non rientra nella definizione.
Allora parliamo:
di prostituzione, di prostitute minorenni,o del fenomeno particolare nella nostra società?
Sono tre "titoli" diversi proprio.

- Stupori inutili:

Educatori colpiti ai precordi cadono dalle nuvole: DAVVERO i ragazzi di questo decennio, fra Youporn, mignottocrazia, culto del denaro, consumismo, nichilismo e martellamento estetico, e agevolati da una tecnologia facile facile, ebbene davvero PROPRIO LORO... possono prostituirsi in persona o in webcam per pochi soldi???
Con tutta la droga che circola, poi?
Ecco, quando vedo questo stupore, ricordo la radice latina della parola stupido:
chi si stupisce sempre delle cose ovvie, è stupido (stupor).

- Rabbie collaterali:

Mentre gli opinionisti maschi si destreggiano fra ipotesi e proposte più o meno sagge (in base al singolo: un esempio di garbo e sagacia è il buon Meluzzi, per dire) ecco che le donne colgono l'occasione per fomentarsi su due cose che stanno loro a cuore da sempre:
1) la difesa del Cucciolo, a priori;
2) la Jihad contro le prostitute che fregano i mariti.
Allora vediamo il discorso della trasmissione spostarsi da una proposta di riflessione sulla prostituzione minorile, ad una serie di arringhe forcaiole contro soggetti astratti:
... tipo improbabili "sfruttatori sessuali" di ragazze 18enni sudamericane, che magari possono saper contare i soldi meglio di me, di te e del direttore della BNL messi insieme, e volevano spennare il pollo;
... tipo il mediocre terzomondista che va a prostitute in paesi poveri;
... tipo in generale gli uomini che vanno a prostitute... (e ci avviciniamo gira gira al dunque);
... e finalmente al punto: quell'infame di SUO marito, che se n'è andato con una slava.
Oooooh, e allora.
Ditelo.

Ovviamente, scatta un invito al mea culpa maschile, in cui io per esempio non cado, perché non vado a prostitute e soprattutto non devo rendere conto a un manipolo di similamazzoni inferocite.

- Retorica del Dannato:

Puntualmente, si dimostra in queste trasmissioni che la babyprostituta è il soggetto complementare ideale dell'assistente sociale fanatico: come l'assistente sociale fanatico (uno stereotipo, una macchietta) è pro-emarginato, empatico per forza, dietrologo per forza, commosso, sollecito nel dire "Dai piangi, so che vuoi piangere, bla bla non è colpa tua bla bla hai sofferto da piccola avresti voglia di un abbraccio" - allo stesso modo lo stereotipo della giovane difficile è offerto sempre come quanto di più melenso ed irritante esista:

'la classica ragazza difficile, ferita, che dietro un involucro da cinica prezzolata nasconde in realtà una bambina che giuoca con le bambole e sogna l'amore. Attenzione, ragazzi! Lei è complessa, ci sta sfidando a capirla! E allora un giorno arriva l'assistente sociale a toglierle il rossetto col pollice e dirle "PIANGI!" perché si usa così: un giorno lei scoppia a piangere e realizza che deve volersi bene.'

Cose ridicole, dico io.
Allora:
vi do io una mia interpretazione bella cruda.

La prostituzione oggi non è dissimile da quella di sempre.

Minore o maggiore età, è in realtà un'altra questione, cioè proprio la questione della maggiore età, anche in altri contesti, che cambia di cultura in cultura e che meriterebbe un trattamento a parte.
E' noto che il concetto di maggiore età sia uno di quei parametri relativi, ma orientativamente accettabile per motivi di buonsenso: cioè, del fatto che "grosso modo" viene considerata una certa età come sufficiente per certe responsabilità.

Torniamo a parlare della prostituzione:

Dicevo, oggi le ragazze si prostituiscono più o meno per gli stessi motivi che in altre epoche, dei più vari, nessuno troppo salubre, solo che oggi ci sono IN PIU' quattro elementi fortemente facilitanti:

1) La facilitazione tecnica;
2) Esempi eloquenti, sia nei media sia in famgilia;
3) Una atmosfera culturale un po' nichilista, che accarezza le loro velleità decadenti;
4) Una scarsissima presenza paterna, ai minimi storici.

Tradotto: queste ragazze di oggi si trovano:

1) Mezzi per fare tutto con relativa privacy: non devono battere sul marciapiede. Si sa che quando una cosa non viene saputa da tutti, il senso di colpa diventa una faccenda privata e sfugge alla parte più ambientale del Super-Io.

2) Immagini di VIP che o cominciano da quasi-prostitute, o rivelano a posteriori di essersi prostituite in passato (va di moda). E' un po' come la rockstar alcolizzata e drogata che seda la coscienza del tossicomane della plebe.
E non dimentichiamo gli esempi familiari: sebbene io non riconosca un ruolo di primissimo piano diretto all'esempio familiare, è facile notare che una mamma matura che rimorchia giovanotti in discoteca diciamo che 'non aiuta'.
Ecco, diciamo così.
Poi, io sono molto innatista, per cui reputo che, vuoi facendo leva sulla famiglia moralista, vuoi sulla mamma zoccola, alla fine se una vuole prostituirsi una scusa per piangersi addosso la trova.

3) Spunti di pessime riflessioni intellettuali, come il nichilismo insito in alcune sottoculture (vedi l'hip hop o altre forme di apologia della sfiga), o quello peggiore insito in quelle innumerevoli, stronzissime storie di ragazze che devono "perdersi e ritrovarsi", di cortigiane dalla vita interessante, di decadentismi vari che poi obiettivamente non c'entrano quasi niente coi fatti di una ragazzetta che si vende a gente a cui non frega niente di lei e delle sue fisime di "soggetto difficile", di "etèra incompresa" o altre puttanate (letteralmente) simili.
Costei, giocando a fare la cinica a 20 anni, finirà a 30 a scrivere qualche libro stucchevole del tipo

'Ho commesso tanti errori ma poi ho trovato il principe azzurro'.

E lì capisci quando una nemmeno sa peccare fino in fondo.
Lo diceva Lutero: "Pecca fortiter", pecca fortemente, pecca "bene"!
Dovrebbero metterla come materia a scuola: IGIENE DEL PECCATO.

Voglio dire: mi fai la cinica cortigiana che ricatta gli adulti con la sua sessualità eversiva, e poi frigni.
Non ci siamo.
Allora gioca veramente con le bambole, che tanto alla fine sempre la favoletta, giustamente, volete.

4) Scarsa presenza paterna.
Oh, ecco, qui veniamo ad un tema notevole oggi, ma un po' trascurato: il Padre non lo intendo come il banale garante della morale di bassa lega; non è uno sbirro che ti sbarra il frutto della Conoscenza del Bene e del Male per ottusità. E' molto di più.
E' innanzi tutto l'immagine del Maschile e il garante del rapporto col Maschile.
Il padre che prende a pizze il ragazzetto che ha danneggiato la figlia non è solo un brutale giustiziere, ma è l'Uomo che la ragazza riesce così a vedere come esempio di un Maschile buono, vicino a lei, mantenendo l'associazione "maschio-amore", "maschio-avere le palle", "maschio-lo dico a papà e mi fido che farà qualcosa", che l'accompagnerà tutta la vita.

Come vedo salubri le donne che dicono con orgoglio che il padre, o fratello, o cugino, anche gli amici poniamo, la difendono e la amano: queste donne sono FELICI!
Le vedi proprio felici!
(Ovvio: se è una gattamorta che gode a far litigare i parenti con quelli che si porta a letto, inutile dire che è pessima. Ma parliamo di donne in buona fede.)

Il Padre, con la sua forza verticale e inequivocabile è il primissimo garante dell'Energia, contro la disgregazione, l'entropia e la perdizione (in senso lato, nel senso di dispersione psichica).

La donna per mantenere una certa salute mentale, e idee chiare, non deve avere l'idea di un padre distante, vago, spesso denigrato dalla madre e dalla società (il classico padre di famiglia fantozziano), contrapposto ad una versione spuria del maschile come l'amico teppista.
No: lei deve capire che l'Uomo vero esiste.
Non le daremo la facile scusa "Mi prostituisco perché non trovo uomini veri ma solo cinismo", no carina:
gli uomini veri esistono, e allora o li cerchi meglio, o ti prendi la responsabilità del tuo prostituirti, senza rinfacciarlo a noi.
Io una mia figlia (futura, che non ho al momento attuale) ebbene sì, la crescerò da padre all'antica:
non perché lei non debba sperimentare il Mondo, ci mancherebbe: ma perché il mio ruolo con lei è quello.
Non sono qui per essere tutti.
Sono qui per essere quello che sono.

Per cui, amici: quando ascoltate qualche delirio strappalacrime sulla prostituzione, sul sesso facile, sugli innumerevoli "allarmi giovani", o quando sentite il Lucignolo di turno che blatera scempiaggini, iniziate (o tornate) a cercare, come sempre le Grandi Forze Cosmiche, e fate un gesto di sufficienza ai salotti dello STUPOR.

Forza e Onore amici!

Antares Y



 

1 commento:

  1. dovresti riprendere a scrivere, specie in questo oscuro periodo decadente...

    ciao Antares

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