giovedì 9 giugno 2011

L'Allenamento

Siamo nei giorni dell'Angelo dello Stress, per cui vien bene scrivere qualcosa su una pratica che ha molto a che fare con lo Stress: l'Allenamento. Stresso vuol dire "provare, far reagire a condizioni che mettono a dura prova": secondo il pioniere degli studi sullo Stress, Hans Selye, infatti, la definizione psicologica di Stress è "Sindrome Generale da Adattamento". E' il famoso coping, ossia, far fronte all'evenienza, reagire sensatamente, utilmente.

Tutto ciò che è Forza, che è Yang, che è Potenza, si allena mettendolo a prova, facciamo l'esempio dei muscoli e del combattimento:

PRINCIPIO DI 100-60: perché nella realtà della lotta è piena di fattori imprevisti e di adrenalina, di improvvisazione e di colpi impoderabili, per cui bisogna sempre allenarsi "100" per poter ottenere almeno un buon "60" al momento dello scontro reale.

PRINCIPIO DI RIPARAZIONE: i muscoli crescono e si rafforzano non solo perché il sistema nervoso si abitua a calibrarsi su un registro superiore, ma anche perché, provati duramente, i muscoli si sfibrano a livello microscopico, e il processo di riempimento e riparazione li ingrossa. Mettere alla prova = Rinforzare.

PRINCIPIO DELLA TECNICA E DELLA SPONTANEITA': il Principiante è genio spontaneo ma manca di tecnica; l'allievo perde spontaneità e inizia a memorizzare le tecniche; l'allievo esperto padroneggia la tecnica e ritrova i riflessi spontanei; il Maestro è genio spontaneo come il Principiante, e le tecniche le ha così automatizzate da non doverci più pensare troppo. Automatizzare soddisfa sia questo principio, sia quello di "100-60", perché pone la perfezione del movimento "pulito" al servizio dell'urgenza istintiva. La miglior Tecnica è in ogni caso quella elastica e che dà un buon supporto all'Istinto.

PRINCIPIO DELLE POTENZIALITA': quando ci si allena si impara a tirar fuori da una situazione (una presa, un pugno, una zuffa) tutto quel che si può estrarne, ed è sempre molto! Si impara a non incastrarsi su aspetti inutili, e ad agire/reagire in modo utile e sorprendente.

STRATEGIA: ovvio che il miglior guerriero in battaglia è quello che pianifica l'azione, come dice anche Paulo Coelho. A volte, la Strategia sfrutta dei paradossi, come il fatto che avvicinarsi al pericolo consente di gestirlo meglio, come vedremo nel post dedicato alla Corrida.

REALISMO: "la lama si affila sulla pietra, l'uomo su un altro uomo". Niente può sostituire del tutto l'allenamento con gli altri: in battaglia troverai sempre uomini, mai sacchi.

Questi sono alcuni esempi per capire a cosa serve l'Allenamento.

Un buon allenamento deve essere completo:
deve includere cardio, esercizi ripetitivi, circuiti a tappe, misurazione del battito cardiaco, tecniche codificate, e prova pratica coi compagni. EVITARE, sempre, cose inappropriate al livello dell'allievo! Ad esempio, il combattimento può essere fatto provare al principiante come esempio di realtà pratica, ma all'inizio solo per quello. Se no, li metti a far cose scoordinate, senza senso: vedi ragazzini che si tirano i capelli, spadaccini timidi che combattono con le braccia eccessivamente tese in avanti, ecc. No. Tecnica e Pratica. E l'Energia, è ovvio, è la Passione. Prima si automatizzano le tecniche (pulite, benfatte, a ripetizione, con una geometria cinestesica), poi le si applica "in mischia". Non va trascurato ne' un aspetto, ne' l'altro. Così come c'è tutto un "galateo" della pedagogia marziale: evitare ostentazioni, dissuadere i montati, insegnare ai giovanissimi ad apprendere - locuzione curiosa, insegnare come si apprende! Nel senso che con un buon metodo si apprende subito, proporzionalmente alle inclinazioni dell'atleta, così come con una buona dieta i risultati si vedono, proporzionalmente al fisico e alla vita del paziente. Stesso principio. Sul galateo dell'allenatore, consiglio il riferimento al testo di Locantore e Maccaro "MGA - Metodo Globale di Autodifesa", e "la Via della Strategia" di Lovret.

Nessun commento:

Posta un commento