martedì 8 marzo 2011

Auguri alle donne - ma quelli sinceri.


Auguri alle Donne.
Ma non come ve lo diranno tanti maschipentiti, che giocano a dirsi amanti delle donne, figurando solo come leccaculo.
Auguri sinceri:
Che possiate sempre ispirarci e risvegliarci, e attizzarci con la vostra Bellezza e Sensualità, dono degli Dèi.
Auguri alle Donne che coi loro trucchi e inganni, coi loro tacchi e veli, mostrano la Verità di Venere e della Luna.
Auguri alle Donne, soprattutto a quelle che non hanno bisogno di portare i baffi per dirsi orgogliose di essere donne.
Auguri alle Donne che sanno vivere i paradossi del Femminile senza doverci mettere la politica: siete danzatrici, danzate coi vostri paradossi, non fatene questioni da agorà: la Poesia non si rettifica da pedanti.
Auguri alle Donne, soprattutto a quelle che non venerano fanatiche l'8 Marzo, ma non hanno nemmeno bisogno di snobbarlo per tirarsela - e lo trascorrono con grazia e bonomia, così come si trascorrono tutte le feste, per tenere il passo col Sole e la Luna.
Auguri Donne, che con le vostre finte e le vostre lunaticità ci rendete sapido l'allenamento nel mestiere di essere Uomini, che in buona parte consiste nell'amarvi senza darvi mai retta, calmando i vostri deliri col giusto bacio.
Auguri Donne, che le palle non le avete, non le avrete mai e non dovete averle, e quando dite di averle un uomo sensato sa dirvi "Su piccola, non fare così... Le palle ce le metto io."
Auguri Donne, che ringraziando Dio, ai nostri occhi siete sempre prima femmine, e poi esseri umani: così dev'essere, le astrazioni sociali le lascio volentieri agli eunuchi e ai rincoglioniti, davanti alle grazie di Afrodite non c'è Umanesimo che tenga!
Auguri alle Donne, che possiate stare sempre sugli spalti, e noi a combattere per voi.
Perché come diceva Enzo Ferrari:
"Senza le donne i motori non si accendono neanche."
E, aggiungeremo noi, senza le donne le spade non escono dai foderi!
Auguri! 0;-)

sabato 5 marzo 2011

In camicia bianca - l'abbigliamento del duellante e il famoso guanto di sfida

In un film della saga di Amici Miei, Gastone Moschin sostiene un duello d'onore (in una casa di riposo, per l'onore di una vecchia) indossando il camicione rosa della nonna. Non aveva trovato di meglio! Ma lo storico camicione con le maniche a sbuffo, che tanto rende nell'iconografia del duellante, e sulle copertine dei romanzi d'Amore stile Harmony, ha una sua storia e un suo senso.
In tutte le tradizioni, ciò che è Maschile è comodo, lineare e operativo, e soprattutto testimonia valore: esprime frugalità, Coraggio e Azione. Il look femminile, invece, è notoriamente complesso e nemico della comodità (tacchi), avvezzo al trucco (i trucchi, appunto) ed esprime Bellezza, lusso e gusto, più che altro. Nelle Arti Marziali orientali, la divisa è semplice (tranne che per chi pratica Kendo, o per i Sikh, forse, che praticano la loro arte, la Gatkha, con in testa un turbante di complessa confezione): il Karateka indossa un abito bianco, semplice, fermato in vita da una spessa cintura di cotone; il lottatore di Kung Fu, anche, pratica in fondo con un semplice abito camicia e pantalone e una fascia di seta in vita. Il duellatore occidentale indossa classicamente una tenuta che consiste in:
* pantaloni di stoffa spessa o pelle;
* stivali;
* guanti di cuoio;
* camicia bianca a sbuffo;
* cinturone o al pantalone, o sulla camicia stessa (se è idossata come una casacca).
Il guanto è celebre per il suo ruolo nelle sfide fra gentiluomini. Banderas in La Maschera di Zorro ci scherza indossandolo con cura leziosa, ed il gesto di schiaffeggiare lo sfidato con il guanto è stato celebrato perfino nei fumetti di Paperino, e in Robin Hood un Uomo in Calzamaglia di Mel Brooks. Cosa significa questo strano gesto, di dare uno schiaffo allo sfidato usando il guanto vuoto?
Il guanto è una buona protezione per la mano, o comunque assorbe un piccolo taglio in caso di scontro: se si duella col guanto, esso può prendersi un graffietto al posto della pelle, per cui non esce sangue, ed è facilmente camuffabile. Spesso infatti bastava un solo piccolo taglietto (duello "al primo sangue"), per stabilire chi fosse il perdente. Quando la lotta era invece "all'ultimo sangue", si andava avanti fino alla morte di uno dei due. Pertanto il guanto vuoto significa due cose:
1) "Sono così leale che non userò guanto, toh. Vediamo che sai fare."
2) "Facciamo al primo sangue, senza ammazzarci, un graffio basterà."
Idem dicasi, quindi, per la camicia bianca: anche l'uniforme da Schermidore è bianca, sta appunto a significare la massima lealtà nello scontro, con la disposizione a manifestare senza camuffamenti un eventuale ferita.
Inoltre, presentarsi al duello in camicia, col petto semiscoperto (scollo e lacci) manifesta la condizione del Guerriero che si presenta così com'è, senza cercare troppe protezioni o trucchi. Altrimenti, non si tratterebbe di un duello d'onore, ma di altre cose pur nobili, ma d'altro tipo: battaglie con corazze, o agguati, assassinii non dimostrativi, ma puramente per uccidere, senza regole e salvando la pelle il più possibile. Fra l'altro, l'atto di togliersi la giacca per uno scontro, oltre a significare la ricerca della comodità (per questo anticamente alcune giacche di pelle avevano le maniche scucite dal resto), indica anche questa lealtà: con una pistola nascosta sotto la giacca, Stallone riesce a ingannare e uccidere il nemico in Assassins ad esempio. A titolo di nota, aggiungo che spesso è usanze di picchiatori e avanzi di galera aggredire mentre l'altro sta togliendosi la giacca, quando è per un attimo "con le braccia legate". Tutto il contrario dell'etica da samurai, insomma.
Tracce di queste usanze restano in vestigia in certe forme di indumento maschile: ad esempio il trench, che è di origine militare (trench vuol dire trincea, trench coat cappotto da trincea), e mantiene spesso dei risvolti sul petto che servivano ad assorbire il rinculo del fucile poggiato fra spalla e pettorale; ed inoltre, anche ad aprire e chiudere il petto per ogni condizione climatica. Abbiamo anche i bottoni sulle maniche delle giacche, che assicuravano i guanti e una riserva di bottoni che potevano essere persi combattendo. Abbiamo le giacche attillate da cerimonia, che indicavano l'assenza di armi nascoste (sarebbero risultate vistose), stesso senso della camicia infilata nei pantaloni (esibisce la cintura disarmata). Di questo ho accennato già nel post precedente "Cavaliere e Gentiluomo".
Quando veste, un uomo ha pertanto modo di indicare, già nel look, il suo valore.
Non resta che farlo, ognuno col proprio stile.